Dopo aver cancellato l'emendamento salva-supplenti abilitati approvato in Senato, attraverso il diktat imposto dalle Commissioni della Camera, si consuma il primo strappo con gli insegnanti, come al tempo della Buona Scuola, i quali si ritrovano ora senza più alcuna certezza professionale ed economica. Dall’esecutivo non arriva alcun ascolto dei cittadini, nessun dialogo: così, la maggioranza parlamentare ha deciso di alzare un muro rispetto alle richieste del movimento del precariato che unitariamente, insieme ad Anief e Cobas, ieri daventi Montecitorio ha chiesto per ore a gran voce la riapertura delle GaE.
Il Governo giallo-verde pone la fiducia al decreto Milleproroghe e decide in questo modo di ignorare le richieste dei precari della scuola: dopo avere promesso loro di farli assorbire nei ruoli dello Stato, si rende artefice di un ripensamento ingiustificabile, che alla lunga rischia di diventare fatale per il proseguo dello stesso esecutivo, come già avvenuto con il Governo Renzi. Invece di ascoltare la piazza, che in modo compatto ha chiesto ieri di riaprire le GaE, come è stato fatto sino al 2012, ancora di più perché diverse classi di concorso risultano prive ormai di candidati, con effetti negativi sul servizio perché le cattedre da coprire con supplenze annuali tornano a superare le 100 mila unità, i nostri governanti puntano tutto sui concorsi: peccato che prima del loro espletamento passeranno altri due anni. E nel frattempo i “buchi” da coprire saranno aumentati, come il numero di supplenti.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, in questo modo si alimenterà infatti solo il numero di precari e il fenomeno nazionale della supplentite, già da tempo sotto la lente della Commissione Europea, che proprio in questi giorni ha fatto sapere di continuare ad indagare su tale abuso: “il problema di fondo – dice il sindacalista autonomo - non è esaurire le graduatorie ma assumere subito i supplenti da quelle graduatorie, coprendo gli 80 mila posti vacanti che avremo prima dell'esperimento dei nuovi concorsi ordinari e altre decine di migliaia di posti rimasti scoperti a seguito delle mancate immissioni in ruolo”.
“Intanto – continua il rappresentante Anief-Cisal - continueranno le battaglie nei tribunali per salvaguardare i ruoli nella scuola dell’infanzia, nella primaria come nella secondaria e per far assegnare fino a 40 mila euro di risarcimento a ogni lavoratore precario che ha subìto l'abuso dei contratti a termine da parte dello Stato, con l'esplicita richiesta di condannare anche la responsabilità dirigenziale sancita dalla direttiva dell'Unione Europea. Nel frattempo, chiederemo il rinvio del merito di tutti i ricorsi pendenti sulle GaE, in attesa dell'ammissibilità dei ricorsi presentati alla Cedu e alla Corte di Cassazione per l’annullamento per eccesso di giurisdizione della sentenza dell'adunanza Plenaria del Consiglio di Stato del 20 dicembre scorso”.
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