Da uno studio nazionale realizzato da Tuttoscuola e pubblicato oggi, risulta che in questi primi giorni dell’anno scolastico il 90% degli insegnanti precari specializzati sarà costretto a cambiare scuola. Ma poiché il numero di posti coperti da supplenti annuali per colpa del Miur ha raggiunto cifre stratosferiche, il risultato è che su 253 mila alunni disabili, ben 133 mila, quindi oltre la metà, si ritroverà con un docente diverso rispetto a quello dello scorso anno. A completare il quadro di mala-gestione ci si mette anche la tendenza a ridurre il numero di docenti rispetto al reale fabbisogno. Perché se nel 2006 gli alunni disabili certificati erano 180 mila e oggi sono circa 255 mila, non si può continuare a mantenere in vita l'organico di diritto bloccato al 66% del necessario. Per dire no a questo stato di cose, che minano il diritto allo studio degli allievi più bisognosi di attenzione, Anief in questi giorni ha riproposto l’iniziativa “Sostegno, non un'ora di meno!” che lo scorso anno ha prodotto oltre cento cause vinte: famiglie, docenti e dirigenti scolastici possono segnalare, senza affrontare spese, ogni mancata tutela dei diritti degli alunni scrivendo all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Più della metà dei 253 mila alunni con disabilità che frequentano le scuole italiane cambia docente di sostegno ogni anno e un alto numero nei prossimi mesi ne cambierà anche più di uno: così, “circa 133 mila alunni disabili (il 52%) – scrive oggi Tuttoscuola - dovrà ricominciare da capo con un nuovo insegnante. A loro sarà negata la continuità didattica. Eppure l’Italia si vanta di avere la scuola più inclusiva d’Europa. Benché il numero di alunni disabili per quest’anno fosse ampiamente conosciuto da tempo – sempre secondo le stime della rivista specializzata - oltre un terzo dei 160 mila insegnanti di sostegno in servizio quest’anno (nel 2017-18, come rilevato dalla Corte dei Conti sono stati “pari a 154.432 unità, di cui 54.352 in deroga”) saranno “in deroga”, cioè precari, licenziati e riassunti ogni anno, quasi tutti nominati in una scuola diversa da quella dell’anno precedente”.
“Lo prevedono le norme che determinano i posti fissi (il cosiddetto organico di diritto), che però non sono mai allineati al reale fabbisogno. Per quest’anno i posti fissi sono poco più di 100 mila, mentre il fabbisogno di docenti di sostegno è di circa 160 mila. Ne consegue che quest’anno circa 60 mila docenti di sostegno dovranno essere assunti ‘in deroga’ con contratti a tempo determinato. Assistiamo così a un paradosso: schieriamo un esercito di 160 mila insegnanti di sostegno, più dei Carabinieri, più del doppio dei medici; facciamo un grande investimento (5 miliardi di euro l’anno solo per gli stipendi), nel Paese che per primo 40 anni fa ha creduto nell’integrazione scolastica degli studenti con disabilità, superando le terribili classi differenziate”.
Tutto questo sforzo viene “in buona parte vanificato da un’insensata girandola di cattedre: 133 mila alunni con disabilità (il 52%) cambiano quest’anno docente, in molti casi – conclude Tuttoscuola - ne cambieranno nei prossimi mesi anche più di uno”. Perché molto spesso si assiste ad un susseguirsi di supplenti temporanei che si avvicendano nel corso dell’anno, sino a che non arriva, fuori tempo massimo, quello che rimarrà sino alla fine dell’anno scolastico.
Ancora una volta, dunque, si conferma in pieno la necessità di superare la piaga, tutta italiana, dei posti di sostegno coperti da personale precario con supplenza fino al 30 giugno dell’anno successivo: quella che, sempre Tuttoscuola, chiama non a caso “Il ‘mostro’ dei posti in deroga”. Di fatto, per ridurre le assunzioni nei ruoli dello Stato e risparmiare gli stipendi estivi di decine di migliaia di insegnanti, si vanno a penalizzare la metà degli alunni con disabilità accertata, facendo venire meno il diritto allo studio costituzionalmente garantito.
A completare il quadro di mala-gestione ci si mette anche la tendenza a ridurre il numero di docenti rispetto al reale fabbisogno. Perché se nel 2006 gli alunni disabili certificati erano 180 mila e oggi sono circa 255 mila, non si può continuare a mantenere in vita l'organico di diritto bloccato al 66% del necessario, per via della Legge Carrozza 128 del 2013. Come non si può mantenere la forzatura della deroga, dopo che questa è stata bocciata dalla Consulta – anche con la sentenza n. 2023 del 23/3/2017 – e pure dalle sezioni unite della Corte di Cassazione, secondo le quali va salvaguardata la parità di trattamento tra personale precario e di ruolo.
“A rendere ancora più insopportabile questa situazione – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal - è il fatto che le amministrazioni scolastiche regionali si piegano al volere del Miur, realizzando degli organici di docenti di sostegno sempre più inadeguati a coprire le richieste presentate dalle scuole, a seguito delle certificazioni e degli esami svolti dall’équipe medico-pedagogica incaricata di valutare ogni singola disabilità. Con la conseguenza di costringere le famiglie a presentare ricorso e l’amministrazione stessa sistematicamente bacchettata in tribunale e obbligata a pagare cifre risarcitorie importanti: non meno di 2 mila euro di condanne alle spese e mille euro come risarcimento alle famiglie per ogni mese di mancata presenza del docente specializzato”.
“Quanto sta accadendo in Sicilia e denunciato nelle ultime ore dall’Anief – continua Pacifico – rappresenta la punta dell’iceberg: in cinque anni vi sono state 5 mila cause terminate con il Miur costretto a dare ingenti cifre risarcitorie alle famiglie, con danno finanziario notevole per lo Stato. Anche in autunno la storia potrebbe ripetersi, a seguito dell'istruttoria depositata dall'Avvocatura dello Stato - su ordine del Tar - nel ricorso 793/18, che sarà discussa il prossimo 6 novembre, proprio per il mancato adeguamento degli organici di sostegno siciliani all’incremento di 5 mila alunni disabili nell’ultimo quinquennio”.
Intanto, sul tema degli organici inadeguati, anche dopo l’ultima riforma, la Buona Scuola imposta dal governo Renzi e il successivo decreto legislativo 66/2017 che ha mutato pure le modalità di richiesta e riconoscimento delle disabilità degli alunni, oltre all’assegnazione delle ore di sostegno, Anief ha intenzione di organizzare con Eurosofia un seminario di formazione nel prossimo mese di ottobre. Il sindacato ricorda che in questi giorni è stata riproposta l’iniziativa “Sostegno, non un'ora di meno!” che lo scorso anno ha prodotto oltre cento cause vinte: famiglie, docenti e dirigenti scolastici possono segnalare – senza affrontare spese - ogni mancata tutela dei diritti degli alunni scrivendo all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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