Sta giungendo a termine la madre di tutte le cause sul pubblico impiego, perché riguarda un equo risarcimento del danno perpetrato ai supplenti, attraverso un abuso di precariato che solo in Italia ha raggiunto dimensioni ciclopiche: la conclusione dell’avvocato generale è stata in queste ore fissata per il prossimo 6 dicembre e la sentenza finale tra marzo e aprile 2019. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, presente a Lussemburgo, ha detto che se la Corte europea darà ragione al sindacato, tantissimi docenti e Ata potrebbero ottenere non solo il riconoscimento degli scatti di anzianità, percependo in media oltre 15 mila euro di risarcimento, ma anche altri 15mila euro per essersi ritrovati precari oltre i termini consentiti. È chiaro che in caso di esito positivo, Anief riaprirà il contenzioso. Con lo Stato italiano che potenzialmente sarebbe chiamato a spendere fino a 9 miliardi di euro di risarcimenti complessivi.
Costa caro l’abuso di precariato nella scuola: ben 300 mila docenti, amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici assunti negli ultimi dieci anni e con oltre 36 mesi di supplenza alle spalle, potrebbero infatti presto percepire una cifra risarcitoria che si aggira sui 30 mila euro. Tutto dipende dall’esito dalla causa Rossato in seno alla Corte di Giustizia Europea, la cui conclusione dell’avvocato generale è stata in queste ore fissata per il prossimo 6 dicembre e il cui atto conclusivo è atteso tra marzo e aprile 2019: si tratta della summa di tutte le cause sul pubblico impiego, perché riguarda un equo risarcimento del danno perpetrato ai supplenti, attraverso un abuso di precariato che solo in Italia ha raggiunto dimensioni ciclopiche, in particolare nella scuola dove supera il 13 per cento con oltre 100 mila contratti annuali sottoscritti ogni anno nel mese di settembre.
Nella fattispecie, la causa giudiziaria che sta esaminando la curia europea riguarda un docente della scuola pubblica italiana, comparto Afam, assunto attraverso le graduatorie ad esaurimento, senza però alcuna possibilità di immissione in ruolo definitiva perché per lui e suoi colleghi aspiranti al ruolo non è stato bandito alcun concorso. Il docente ha così giustamente chiesto al tribunale sovranazionale di percepire un’indennità risarcitoria, sia per i mancati scatti automatici di anzianità, riservati ingiustamente solo al personale di ruolo, sia per essere stato lasciato nello stesso di precario senza una motivazione valida andando in palese contrasto con le direttive dell’Unione Europea, a partire dalla 70/99, e con le sentenze emesse dalla stessa Corte di Giustizia Ue, culminate con la Mascolo del novembre 2014.
Attraverso una video intervista rilasciata a Orizzonte Scuola, il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico, e i legali dello stesso sindacato, Vincenzo De Michele e Antonella Mastrolia, hanno commentato l’andamento della causa Rossato, in svolgimento a Lussemburgo, e sulla sua estendibilità al precariato scolastico: “se la Corte europea ci darà ragione – ha detto il sindacalista autonomo - circa 300 mila docenti e Ata potrebbero ottenere non solo il riconoscimento degli scatti di anzianità, percependo in media oltre 15 mila euro di risarcimento, ma anche altri 15mila euro per essersi ritrovati precari oltre i termini consentiti. È chiaro che in caso di esito positivo, Anief riaprirà il contenzioso. Con lo Stato italiano che potenzialmente sarebbe chiamato a spendere fino a 9 miliardi di euro di risarcimenti ai precari danneggiati”.
I RICORSI IN ATTO
Anief ricorda che è sempre possibile per i precari, ma anche per i docenti e Ata di ruolo, relativamente al periodo di precariato (con il termine di prescrizione di dieci anni dall’ultimo contratto a termine), chiedere al giudice del lavoro il pagamento degli scatti di anzianità oltre alla retribuzione professionale docenti per ottenere fino a 20 mila euro di risarcimento, cui aggiungere altre 15 mila euro per il risarcimento in favore del personale precario se ha sottoscritto contratti fino al 31 agosto su posti vacanti e disponibili per 36 mesi o al 30 giugno nella stessa scuola, e ancora fino a 5 mila di mensilità estive non corrisposte nell’ultimo triennio. Per aderire ai ricorsi, vai al seguente link.
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