La legislazione sociale italiana si preoccupa di tutelare tutte quelle persone che, a causa della loro patologia, non possono accedere al mondo del lavoro, oppure possono farlo, ma a condizioni decisamente svantaggiate. Tra gli strumenti principali di protezione di questi soggetti vi è l’invalidità civile. Perché l’invalidità sia riconosciuta (con conseguenti benefici) è necessario che ricorrano i presupposti previsti dalla legge, e cioè che la malattia venga accertata da un’apposita commissione. Inoltre, la patologia deve risultare davvero invalidante. Per chiarimenti e consulenze, contatta Cedan.
L’invalidità civile è la difficoltà a svolgere alcune funzioni tipiche della vita quotidiana o di relazione a causa di una menomazione o di un deficit fisico, psichico o intellettivo, della vista o dell’udito. Secondo la legge italiana, è invalido civile chiunque sia affetto da patologie tali da compromettergli la normale capacità lavorativa, se la persona è in età da lavoro (tra i diciotto e i sessantacinque anni e sette mesi).
I benefici che la legge prevede a favore di chi è dichiarato invalido civile variano a seconda della percentuale di invalidità riconosciuta. Schematicamente, quindi, possiamo così sintetizzare: invalidità pari o superiore al 34% (soglia minima): prestazioni di carattere socio-assistenziale quali, ad esempio, prestazioni protesiche e ortopediche; invalidità pari o superiore al 46%: iscrizione al collocamento mirato; invalidità pari o superiore al 50%: congedo straordinario per cure (se previsto dal Ccnl); invalidità pari o superiore al 67%: esenzione parziale pagamento ticket per visite specialistiche, esami e diagnostica strumentale; invalidità pari o superiore al 74%: assegno mensile di assistenza; invalidità pari al 100%: pensione d’inabilità.
L’assegno di invalidità spetta solo a chi sia dichiarato invalido con una percentuale compresa tra il 74 e il 99% che versi in uno stato di bisogno economico. La pensione di inabilità, invece, spetta solamente a chi viene riconosciuta un’invalidità pari al 100%. Inoltre, la persona invalida al 100%, che sia anche incapace di deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore o con necessità di assistenza continua o che non sia in grado di compiere autonomamente gli atti quotidiani della vita, ha diritto anche all’indennità di accompagnamento a prescindere dai requisiti economici (cioè dal reddito).
Le malattie croniche sono patologie che, a causa della loro resistenza alle cure e alle terapie, non vengono mai debellate e, ciclicamente, si ripresentano, a volte anche in forma più acuta di prima. Per malattie croniche si intendono, inoltre, quelle che progrediscono inesorabilmente (si pensi al morbo di Parkinson oppure all’Alzheimer, ma anche ai disturbi mentali, quali la schizofrenia e l’autismo, così come le forme gravi di depressione e anoressia). Anche le patologie nefrologiche, quando costringono al trapianto dei reni o all’emodialisi, costituiscono malattie croniche, così come le patologie oncologiche, atteso il loro normale processo degenerativo.
La legge fornisce un elenco di malattie croniche per la pensione di invalidità. Poiché soltanto un’invalidità pari al 100% dà diritto alla pensione, di seguito vedremo le malattie croniche che possono comportare il riconoscimento di un’invalidità totale
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Elenco malattie croniche per la pensione d’invalidità:
Malattie croniche dell’apparato cardiocircolatorio, aritmie gravissime: invalidità dall’81 al 100%;
coronaropatia gravissima sino all’allettamento o ipocinetica da scompenso cardiaco cronico terminale: invalidità dall’81 al 100%;
miocardiopatie con insufficienza cardiaca gravissima sino all’allettamento o ipocinetica da scompenso cardiaco cronico terminale: invalidità dall’81 al 100%;
trapianto cardiaco complicato: invalidità dal 61 al 100%;
valvulopatie di grado severo scompensate: invalidità dall’81 al 100%;
difetto interatriale (dia) – stadio IV – dia di grado severo. Gravi esiti di chiusura di dia. Inoperabile: invalidità dal 71 al 100%;
difetto interventricolare (div) stadio V: invalidità dall’81 al 100%;
pervietà del dotto arterioso stadio V: invalidità dall’81 al 100%;
pericardite cronica o esiti di pericardite cronica – stadio V: invalidità dall’81 al 100%;
cardiopatia ipertensiva scompensata: invalidità dall’81 al 100%;
trapianto di cuore e polmoni complicato, la percentuale ottenuta va considerata in concorrenza con la valutazione di base del trapianto cuore – polmoni: invalidità dal 71 al 100%;
arteriopatia ostruttiva cronica periferica con ischemia cronica e dolore a riposo con lesioni trofiche estese o gangrena: invalidità dall’81 al 100%.
Malattie croniche dell’apparato respiratorio:
broncopneumopatie asmatiche severe: invalidità dall’81 al 100%;
broncopneumopatie ostruttive severe: invalidità dall’81 al 100%;
broncopneumopatie restrittive severe: invalidità dall’81 al 100%;
interstiziopatie severe: invalidità dall’81 al 100%;
trapianto di polmone complicato: invalidità dal 71 al 100%.
Malattie croniche dell’apparato digerente
stenosi esofagea con ostruzione serrata che richiede una gastro/entero-stomia: invalidità al 100%;
cirrosi epatica classe C di childpugh (punteggio superiore a 9): invalidità dall’81 al 100%;
trapianto di fegato complicato: invalidità dal 61 al 100%;
trapianto di intestino complicato: invalidità dal 61 al 100%;
malattie infiammatorie croniche intestinali (III e IV classe): invalidità dal 61 al 100%.
Malattie croniche dell’apparato urinario
insufficienza renale terminale in emodialisi trisettimanale complicata da cardiopatia ischemico ipertensiva e/o cardiomiopatia e/o ipotensione grave e/o neuropatia e/o osteodistrofia e/o anemia grave e/o sindrome emorragica: invalidità al 100%;
trapianto renale con complicanze: invalidità dal 51 al 100%.
Malattie croniche dell’apparato endocrino:
diabete mellito con complicanze moderate: invalidità dal 61 al 100%;
acromegalia con complicanze: invalidità dal 21 al 100%;
sindrome di cushing con complicanze: invalidità dal 21 al 100%;
insufficienza corticosurrenale con plurimi ricoveri per crisi surrenaliche recidivanti: invalidità al 100%.
Malattie croniche dell’apparato neurologico
sclerosi multipla EDSS pari o superiore a 6: invalidità del 100%;
demenza vascolare con cdr 2-5: invalidità del 100%;
morbo di Alzheimer con cdr 2-5: invalidità del 100%;
morbo di Parkinson –stadio 4 – 5 di hy (severa disabilità; ancora in grado di camminare o stare in piedi senza assistenza – obbligato alla sedia a rotelle o costretto a letto, a meno che aiutato) o stadio 3 con gravi effetti collaterali da farmaci antiparkinsoniani: invalidità dal 91% al 100%;
epilessia con crisi plurisettimanali generalizzate o parziali complesse: invalidità dal 91% al 100%;
emiplegia: invalidità dall’81 al 100%;
paraparesi con deficit di forza grave: invalidità dall’81 al 100%;
paraplegia: invalidità del 100%;
tetraparesi con deficit di forza medio: invalidità dal 91 al 100%;
tetraparesi con deficit di forza grave: invalidità del 100%;
atassia cerebellare con disabilità grave o totale: invalidità del 100%;
afasia di livello 1 o 0 alla asrs: invalidità dall’81 al 100%;
mielomeningocele in associazione con deficit radicolari lombosacrali e sfinteriali: invalidità dall’81 al 100%;
mielomeningocele associato ad arnold-chiari di tipo II e/o idrocefalo: invalidità del 100%;
miopatie con grave astenia prossimale grado 5 mdrs: invalidità dal 91 al 100%;
distrofia di duchenne: invalidità del 100%.
Invalidità: le malattie psichiche:
disturbo amnesico persistente indotto da sostanze (tipo korsakoff): invalidità del 100%;
schizofrenia di tipo disorganizzato, catatonico, paranoide, non specificata (deficit grave): invalidità del 100%;
schizofrenia residuale (deficit grave): invalidità del 100%;
disturbo schizoaffettivo (deficit grave): invalidità del 100%;
depressione maggiore, episodio ricorrente (deficit grave): invalidità del 100%;
disturbo bipolare I (deficit grave): invalidità del 100%;
anoressia nervosa (deficit grave): invalidità dal 75 al 100%;
ritardo mentale grave e profondo: invalidità del 100%.