Il presidente nazionale Udir, Marcello Pacifico, alla luce di quanto discusso durante la riunione Aran, in un’intervista incentrata sul contratto DS, si sofferma sulle lotte portate avanti come sindacato che spera non vengano vanificate da una firma che non tutela gli ex presidi.
“L’ultimo incontro svoltosi all’Aran vede ancora una volta dimenticate tutte le battaglie che sono state portate avanti e recriminate dai sindacati rappresentativi della dirigenza scolastica nell’ultimo anno, proprio prima della certificazione della rappresentatività. La prima grande battaglia era quella della perequazione interna, della Ria, cioè di quell’assegno che ad oggi viene dato ai presidi assunti prima del 2001, e non ai dirigenti scolastici assunti dopo il 2001: nessuno ne fa cenno, ma per Udir è una battaglia fondamentale senza la quale non è possibile andare a firmare il contratto. La stessa cosa avviene per la perequazione esterna, dove addirittura negli ultimi incontri sembra che manchino dei fondi e bisogna andare ad attingere ai fondi della legge 107 e addirittura per gli anni successivi non è garantito nemmeno quel minimo previsto dalla legge, cioè quella progressiva ridistribuzione delle risorse, al punto tale da aumentare di 8mila euro complessivi la retribuzione di posizione di parte fissa dei dirigenti così come quella degli altri dirigenti delle altre ex aree, dell’area per esempio VII. Tutto questo per Udir è intollerabile perché se ciò è stato stabilito per contratto, nel contratto si deveno prevedere sin dal 2016 questi 8 mila euro o non le briciole, oppure ancora un forse per il futuro. E su questo, la perequazione esterna, non ci si può fermare nemmeno qui, perché ancora una volta, rispetto allo stipendio finale degli altri dirigenti della pubblica amministrazione, i dirigenti scolastici nientemeno percepiscono la metà. Queste per noi sono delle battaglie fondamentali e chiediamo ai sindacati di non svendere il contratto dei dirigenti scolastici; in tutto questo non si parla più delle risorse per gli aumenti contrattuali che sono oltretutto a rischio poiché, se non vengono rifinanziati nella Legge di Stabilità, rischiano anche per il prossimo anno di svanire”.
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