A quasi due settimane dalla sentenza Motter, il Presidente nazionale Anief, Marcello Pacifico, spiega come è stata accolta in Italia e cosa accadrà ai ricorsi relativi alla ricostruzione di carriera. La sentenza Motter è stata letta in Corte di Giustizia Europea il 20 settembre 2018 alla presenza del presidente Pacifico e dei legali Anief Fabio Ganci, Sergio Galleano, Vincenzo De Michele, Gabriella Guida e Ersilia De Nisco.
“È evidente che quando queste ragioni oggettive astratte si verranno a scontrare con la praticità dei casi e verranno discusse in udienza, e in Cassazione pure, si dimostrerà che tali ragioni oggettive non esistono, perché di fatto dopo 16 anni viene riconosciuto tutto il preruolo che non è stato conteggiato dopo i primi 4 anni. Quindi si parla solo di un raffreddamento della carriera che poi, di fatto, viene riconosciuta dopo 16 anni. Dunque, sono delle ragioni oggettive che poi scompaiono e che verranno contestate nei tribunali. Poi bisogna considerare che sulla ricostruzione della carriera gli effetti della Motter non sono omogenei per tutti, perché è necessario ricordare che il personale Ata può continuare il contenzioso impugnando la ricostruzione di carriera, perché lì non ci sono stati concorsi, quindi anche le ragioni oggettive astratte riconosciute dall’Europa non ci sono. Per quanto riguarda poi il personale docente bisogna dividerlo in categorie: ad esempio, per tutti coloro che sono stati assunti dopo il 2011 ma hanno avuto diversi anni di precariato, già il giudice in quanto precario riconosce loro la progressione di carriera e quindi nella ricostruzione viene assorbito un principio che è passato ingiudicato, quello secondo il quale tutto il servizio preruolo deve essere valutato per intero; quindi tutti questi ricorrenti potranno avere successo nei ricorsi che hanno fatto anche per la ricostruzione di carriera. La stessa cosa vale pure per coloro che sono stati assunti dopo il 2011, perché nella ricostruzione di carriera andranno a contestare quel contratto integrativo che ha cancellato di fatto il primo gradone stipendiale ai neo assunti dopo il 2011. Dunque, in definitiva, diciamo che poche persone subiranno questi effetti della sentenza Motter, sempre che i giudici nazionali non sposino le tesi dei legali dell’Anief secondo cui queste ragioni oggettive non esistono, perché dopo 16 anni vengono cancellate persino dall’ordinamento italiano. Quindi è una battaglia che continueremo a fare, difendendo i diritti del personale di ruolo anche per il periodo di precariato, affinché ci sia la parità di trattamento tra tutti e venga riconosciuta la professionalità svolta dalla totalità di docenti e Ata per tutti gli anni di precariato a servizio dello Stato italiano”.
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