Con la Circolare 3050, il Miur introduce ad una nuova Maturità per il 2019: ci saranno due prove scritte invece di tre, più un esame orale finale più articolato. Cambiano però anche le tracce della prima prova, di italiano, e le Indicazioni per l’elaborazione delle griglie di correzione delle due prove scritte. Viene anche data più attenzione al percorso svolto dai ragazzi nell’ultimo triennio, con un punteggio maggiore assegnato al credito scolastico. Le prove Invalsi e l’alternanza scuola-lavoro non saranno più elementi imprescindibili. Secondo Anief, questa è una decisione saggia, tuttavia si riducono le prove e i punteggi derivanti degli esiti diretti dell’esame stesso e questo non va bene. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal: “Non vorremmo che si trattasse di un passaggio che porta alla cancellazione del valore legale del titolo di studio”.
Da giugno avremo un esame di maturità un po’ diverso da quello attuale: come riferisce il Miur, ci saranno due prove scritte invece di tre, più l’orale. Più attenzione al percorso svolto dai ragazzi nell’ultimo triennio, con un punteggio maggiore assegnato al credito scolastico. Griglie di valutazione nazionali per la correzione delle prove scritte. Assieme alla Circolare Miur 3050 sono stati inviati alle scuole anche altri due importanti allegati operativi: Il Documento di lavoro elaborato da una commissione di esperti guidata dal linguista Luca Serianni per la preparazione delle tracce della prima prova scritta, italiano, e le Indicazioni per l’elaborazione delle griglie di correzione delle due prove scritte.
Inoltre, spiega Il Corriera della Sera, non saranno “requisito di accesso né la partecipazione alla prova Nazionale Invalsi né lo svolgimento delle ore di Alternanza Scuola-Lavoro com’era invece previsto dalla Legge sulla Buona Scuola modificata dal decreto Milleproroghe votato in Parlamento. Per poter essere ammessi alle prove bisognerà aver frequentato almeno i tre quarti del monte ore previsto, avere il 6 in ciascuna disciplina, avere la sufficienza nel comportamento. Il Consiglio di classe potrà deliberare l’ammissione anche con una insufficienza in una disciplina o gruppo di discipline valutate con un unico voto, ma dovrà motivare la propria scelta”.
Il voto sarà ancora in centesimi, ma con maggiore attenzione al percorso di studi, poiché “il credito maturato nell’ultimo triennio varrà fino a 40 punti su 100, invece degli attuali 25. Per chi fa l’Esame quest’anno ci sarà un’apposita comunicazione, entro gli scrutini intermedi, sul credito già maturato per il terzo e quarto anno, che sarà convertito in base alle nuove tabelle”. Di certo non ci sarà più “il quizzone multidisciplinare che fin dalla sua entrata in vigore nel 1998 è stato l’incubo di milioni di studenti. Restano la prova di italiano e quella della materia di indirizzo”.
Secondo l’Anief, la revisione delle prove di maturità rischia di depotenziare l’Esame di Stato: ben venga l’avere di fatto escluso ai fini dell’ammissione le prove Invalsi e il percorso di Alternanza scuola-lavoro, ma si riducono le prove e i punteggi derivanti degli esiti diretti dell’esame stesso. Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, “per qualificare il titolo di studio ci voleva ben altro che modificare la prima prova e il colloquio, dopo avere deciso di eliminare il quizzone. Non vorremmo che si trattasse di un passaggio che porta alla cancellazione del valore legale del titolo di studio che, invece, rappresenta ad oggi l’unica garanzia per l’uniformità della valenza del titolo stesso”.
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