La Corte d'Appello di L'Aquila respinge il ricorso Miur e conferma le tesi Anief sul diritto al riconoscimento del punteggio nelle procedure di mobilità del servizio svolto nelle scuole paritarie.
Presso la Corte d'Appello di L'Aquila l'Anief segna un'altra importante vittoria nella battaglia per il riconoscimento del servizio svolto nelle scuole paritarie al fine dell'attribuzione del punteggio nelle operazioni di mobilità. Gli avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Francesca Marcone continuano a ottenere ragione in favore dei nostri iscritti con una nuova sentenza che respinge le tesi Miur e disapplica il CCNI nella parte in cui non attribuisce punteggio al servizio svolto nelle scuole paritarie. Ancora possibile aderire ai ricorsi Anief per la Mobilità 2018.
“La Corte d'Appello conferma quanto da noi da sempre sostenuto – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal - la contrattazione non può violare disposizioni di legge e il mancato riconoscimento del servizio nelle scuole paritarie nei trasferimenti è da considerare illegittimo proprio perché in contrasto con la normativa sulla parità scolastica”. I Giudici della Corte d'Appello di L'Aquila, infatti, non hanno dubbi e confermano il diritto della ricorrente, già stabilito con la sentenza di primo grado ottenuta dall'Anief, “a vedersi riconoscere, ai fini della mobilità territoriale, il punteggio relativo al servizio prestato nelle scuole paritarie” ribadendo “l’illegittimità della previsione della disposizione del CCNI allegato al ricorso (“Note comuni”) nella parte in cui non riconosce alcun punteggio ai fini della mobilità al servizio prestato nelle scuole paritarie” e rilevando come “detta disposizione porterebbe ad una evidente violazione del principio di uguaglianza tra le scuole facenti parte del sistema di istruzione come delineato dalla legge n. 62/2000, e dunque aventi le medesime caratteristiche”.
“Come hanno ribadito i nostri legali in udienza – spiega il presidente Anief – un'interpretazione differente dell'attuale normativa sarebbe senz'altro contraria ai principi di eguaglianza e d'imparzialità della p.a. (artt. 3 e 97 Cost.), non essendovi ragione per discriminare, in sede di mobilità, tra servizi aventi per legge la medesima dignità”. Il nostro sindacato, dunque, continuerà a battersi per eliminare questa e altre illegittimità presenti nella contrattazione integrativa come il vincolo quinquennale su posti di sostegno senza computare il servizio preruolo e per riconoscere pari dignità al servizio svolto con contratti a termine nelle graduatorie interne d'istituto. La sconfitta in Corte d'Appello costa al Miur anche la condanna al pagamento delle spese di soccombenza quantificate in complessivi € 3.310 oltre accessori.
Anief ricorda che è ancora possibile aderire agli specifici ricorsi patrocinati dal nostro sindacato relativi alle procedure di Mobilità 2018/2019 se si sono dichiarati nella domanda di trasferimento e/o passaggio di ruolo i titoli e i servizi per cui si vuole proporre ricorso.
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