Secondo il sindacato Anief non si comprende il motivo per cui le supplenze annuali sono 120 mila, tante ne sono state assegnate all’inizio di quest’anno scolastico, e poi però quando si tratta di stabilizzare il personale si procede sempre con estrema prudenza. Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, il sospetto che allo Stato convenga mantenere decine e decine di migliaia di docenti in uno stato di precarietà per motivi prettamente economici rimane più che fondato. Se confermate, le cifre richieste dal Ministero dell’Istruzione al Mef rappresenterebbero il più grande bluff a cui abbia mai assistito il personale precario della scuola pubblica.
Il Miur punta a scucire dal Ministro dell’Economia Giovanni Tria ben 27.400 assunzioni immediate. L’annuncio è di Italia Oggi, che ha anche scandito la suddivisione delle cattedre e dei posti: 20 mila sarebbero rivolte ai docenti, in particolare per l’incremento del tempo pieno nella scuola primaria e infanzia, considerando che per moltissime classi di concorso e province le GaE e le liste di attesa del merito sono praticamente sguarnite di candidati. Poi, da Viale Trastevere c’è l’intenzione di chiedere l’immissione in ruolo straordinaria di 6 mila amministrativi, tecnici e ausiliari (Ata), oltre ai 400 posti destinati all’aumento dell’ora di strumento nei licei Musicali e mille posti per le assunzioni dei ricercatori.
Con questa iniziativa, caldeggiata dal Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, il Miur tenta dunque “di recuperare il flop delle assunzioni per l’a.s. 2018/19 a causa delle graduatorie esaurite, ma nello stesso tempo di velocizzare lo smaltimento di quelle graduatorie ancora piene, soprattutto al sud”, ha commentato la rivista Orizzonte Scuola, secondo cui il pacchetto è già in fase avanzata, perchè “sarà presentato dal Ministro Bussetti in Legge di Bilancio”. E “secondo quanto riferisce Italia Oggi ci sarebbe già il primo avallo del Ministro dell’Economia Giovanni Tria”.
Si continua a perpetrare questo modo di agire, malgrado la sentenza della Corte di Giustizia Europea del novembre 2014, sulla quale si è pronunciata la Cassazione italiana nel 2016, ha sancito l’applicazione del principio di non discriminazione, secondo il quale un docente precario non può esser trattato in modo diversificato o subalterno ad un collega di ruolo, sottraendogli impropriamente gli stipendi estivi, gli scatti di anzianità e altro ancora.
“La dimostrazione che questa tesi è corretta – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal - arriva dai numeri. Ad oggi, è necessario assumere 12 mila insegnanti specialisti di inglese, 8 mila di educazione motoria, 12 mila Ata per l'internalizzazione dei servizi, 33 mila posti docenti già autorizzati e andati vacanti per mancanza di aspiranti, anche se in realtà ci sono ma rimangono collocati impropriamente nelle graduatorie d’istituto. Inoltre, ci sono anche 22 mila posti nuovi dal turn over”.
“Senza parlare dei nuovi posti promessi di potenziamento e tempo pieno al Sud e delle 50 mila cattedre in deroga su sostegno da spostare in organico di diritto, per le quali si continua a non fare nulla anche dopo che a fronte delle 13 mila assunzioni finanziate, la scorsa estate ne sono state attuate a mala pena 1.600, Se confermate, le cifre richieste dal Ministero dell’Istruzione al Mef, rappresenterebbero il più grande bluff a cui abbia assistito il personale precario. Se davvero abbiamo il governo del ‘cambiamento’ mai come adesso è giunta l’ora di passare dagli annunci ai fatti”, conclude Pacifico.
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