Nuovo colpo di scena da parte del massimo organo di consulenza giuridico-amministrativa: 50 mila maestri tornano a sperare dopo la sentenza che a fine 2017 aveva piegato il diritto e costretto il Governo ad approvare il Decreto Dignità. A questo punto, per Anief la soluzione rimane quella di sempre: riaprire le GaE al personale abilitato senza aspettare le sentenze delle sentenze. Il presidente nazionale Marcello Pacifico dichiara: “Se insegni a scuola da diversi anni devi essere assunto a tempo determinato e non sottoposto a ridondanti verifiche che ti fanno invecchiare da precario. In caso contrario, il Governo dimostrerebbe solo di volere continuare a sfruttare i docenti precari che insegnano ai nostri figli. Noi diciamo basta: li assuma una volta per tutte, basta guerre nella Corte di giustizia”.
Si riapre la partita sull'inserimento nelle Graduatorie ad esaurimento dei docenti in possesso di diploma magistrale abilitante, mettendo in forte discussione la sentenza del 20 dicembre scorso: tutti pensavano che il discorso fosse chiuso, ma non l’Anief, che è intervenuta ad adiuvandum con i propri legali Walter Miceli e Sergio Galleano nel ricorso promosso da alcuni maestri precari con diploma magistrale. Attraverso l’impugnazione, patrocinata dall'avvocato R. Brunetti, è stato infatti ottenuto il pieno accoglimento dell'istanza presentata e la trasmissione del ricorso all'adunanza plenaria del Consiglio di Stato, proprio per dirimere la questione della valenza erga omnes delle sentenze di annullamento dei decreti di aggiornamento GaE già passate in giudicato e ottenute sempre dallo stesso giovane sindacato.
Con la sentenza n. 05941/2018, i giudici della VI sezione del Consiglio di Stato hanno dunque dato il via libera per l’iscrizione degli “appellanti nelle GAE di riferimento, al fine di mantenere, oltreché la res controversa in sé integra, scevra di ogni effetto nocivo la mora judicii nei confronti di costoro” ed anche per tale motivo l’organo di giustizia “accoglie l'istanza cautelare (ricorso NRG 5941/2018) e, per l'effetto, sospende l'esecutività della sentenza impugnata”. A questo punto, per decine di migliaia di docenti precari la speranza di essere riammessi nelle graduatorie pre-ruolo si riaccende.
“È chiaro che alla luce di tale espressione – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal –, l'adunanza plenaria dovrà di nuovo esprimersi e chiarire se le sentenze da noi ottenute e già passate in giudicato debbano o meno intendersi con valenza erga omnes, come noi abbiamo da sempre sostenuto. Se avremo ragione, chiederemo con forza che il Ministero dell’Istruzione rispetti il giudicato. La sollecitazione è di particolare importanza: siamo convinti che l’amministrazione non potrà più esimersi dal riaprire le graduatorie a esaurimento a tutti i docenti abilitati”.
“Perché – continua il sindacalista autonomo - se insegni a scuola da diversi anni devi essere assunto a tempo determinato, non sottoposto a ridondanti verifiche che ti fanno invecchiare da precario. In caso contrario, il Governo dimostrerebbe solo di volere continuare a sfruttare i docenti precari che insegnano ai nostri figli. Noi diciamo basta: li assuma una volta per tutte, basta guerre nella Corte di giustizia”.
“Stiamo conducendo una battaglia legale in cui crediamo fortemente – continua il sindacalista – e che porteremo avanti sino a quando la giustizia non prevarrà, con la collocazione nelle graduatorie ad esaurimento dei maestri con diploma magistrale, e con loro dei laureati in Scienze della formazione primaria e di tutti gli abilitati. E, sia ben chiaro, senza corsi o concorsi d’accesso. Siamo sempre più convinti che alla lunga questa tesi vincerà sulle sentenze politiche”, conclude Pacifico.
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