Uno dei temi centrali della Legge di Bilancio è l’accesso anticipato alla pensione, reso ancora più impellente dall’ulteriore innalzamento dei requisiti d’accesso previsti con il nuovo anno: da settimane non si parla d’altro che delle modalità, che passano principalmente per quota 100, con 38 anni minimi di contributi e 62 di età, ma soprattutto delle conseguenti riduzioni dell’assegno nell’attuale sistema contributivo. Anief presenta emendamenti specifici in legge di Bilancio.
Il sindacato continua a chiedere a gran voce di non introdurre ulteriori paletti, né di applicare decurtazioni ad un assegno pensionistico già di per sé ridotto dal calcolo in buona parte di tipo contributivo, anziché retributivo, e come tale meno conveniente per il lavoratore che lascia il lavoro. L’età massima contributiva dovrebbe essere di 37 anni come in Europa, di meno per il personale docente della scuola, più a rischio d’insorgenza di patologie psico-fisiche.
Il Ministero dell’Istruzione ha pubblicato, in accordo con l’Inps, il decreto con la nota operativa 50647 relativa ai pensionamenti del personale della scuola dal 1° settembre 2019: per i lavoratori si tratta di un’ulteriore tegola, perché a causa dell’innalzamento dell’aspettativa di vita per l’accesso alla pensione di vecchiaia per uomini e donne (con almeno 20 anni di contributi) il nuovo requisito passa da 66 anni e 7 mesi a 67 anni entro il 31 dicembre 2019, mentre la pensione anticipata per le donne slitta a 42 anni e 3 mesi di anzianità contributiva e per gli uomini a 43 anni e 3 mesi di anzianità contributiva, in entrambi i casi sempre entro il 31 dicembre 2019.
Il governo giallo-verde ha confermato ‘opzione donna’ che continua a mantenere in vita l’art. 1 comma 9 della Legge 243/2004, il quale consente l’accesso alla pensione con 57 anni e 7 mesi di età anagrafica e 35 anni di anzianità contributiva, ma a condizione che il requisito di contribuzione sia stato maturato entro il 31 dicembre 2015 e quello anagrafico entro il 31 luglio 2016. In ogni caso, l’assegno di quiescenza verrà valutato interamente con il sistema contributivo, che quindi andrà a ridurre di oltre il 30% la somma assegnata qualora la lavoratrice dovesse lasciare il servizio con la pensione di vecchiaia.
La pubblicazione del decreto ha reso ancora più rilevante l’approvazione della controriforma Fornero, uno dei punti centrali della politica dell’attuale esecutivo. Il provvedimento, tuttavia, così come formulato, non appare risolutivo. Assieme a quota 100, che permetterebbe l’uscita anticipata anche a 62 anni, servono precise garanzie sul mantenimento dell’assegno completo. E non solo.
Anief ha predisposto una serie di emendamenti al disegno di legge sul “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021” AC n. 1334. Le richieste del sindacato partono dall’inclusione dell’insegnamento tra le professioni caratterizzate dal particolare gravoso, che oggi danno diritto all’Ape cosiddetta Social. In pratica, si chiede un’integrazione al “pacchetto” composto da una quindicina di lavori con mansioni particolari, introdotto dal governo Gentiloni, finora considerato inamovibile.
All’interno dell’articolo 21 della manovra economica, inoltre, l’organizzazione autonoma chiede che “il carattere peculiare della professione docente rispetto alle altre professioni della Pubblica Amministrazione per il diffuso e gravoso stress psicofisico, unito all’attuale pesante gap generazionale tra docenti e discenti con il personale insegnante più vecchio del mondo”, preveda l’attivazione di “un’apposita finestra che permette l’accesso e la decorrenza del trattamento pensionistico di vecchiaia o di anzianità secondo le regole previgenti la riforma cosiddetta “Fornero””. Per tali motivi, secondo il sindacato autonomo “risulta indispensabile allargare l’attuale finestra di pensione anticipata prevista soltanto per il personale dell’infanzia”.
Per gli stessi motivi, tutti gli insegnanti della scuola pubblica, oltre ai maestri d’infanzia, devono avere il diritto a beneficiare, a partire dal prossimo anno scolastico, dello status di operatori in ambiente di lavoro particolarmente difficile, perché “lo svolgimento della professione docente ha un carattere gravoso in tutti gli ordini di scuola, come si evince dagli studi sullo stress da lavoro correlato e bornout del dott. Lodolo D’Oria”.
PER APPROFONDIMENTI:
GLI EMENDAMENTI ANIEF SUGLI ANTICIPI PENSIONISTICI PER IL PERSONALE DELLA SCUOLA
DISEGNO DI LEGGE
Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021
AC n. 1334
Emendamenti ANIEF
ART. 21.
(Fondi per l’introduzione del reddito e delle pensioni di cittadinanza e per la revisione del sistema pensionistico)
III
All’articolo 21, comma 2, alla fine del periodo inserire il seguente testo: “Per il personale docente, ad ogni modo, si applicano ai fini del diritto all’accesso e alla decorrenza del trattamento pensionistico di vecchiaia o di anzianità, le disposizioni normative previgenti all’approvazione dell’articolo 24, della legge 22 dicembre 2011, n. 214 e successive modificazioni. Per la copertura degli oneri derivanti dal presente intervento, si dispone l’incremento del Fondo per la revisione del sistema pensionistico con le risorse ulteriori da reperire a seguito della soppressione all’articolo 7, comma 1, lettera i) del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 294 delle parole “ricettive” e “ricreative”.
Motivazione [Esonero dalla riforma Fornero per il personale docente]: il carattere peculiare della professione docente rispetto alle altre professioni della Pubblica Amministrazione per il diffuso e gravoso stress psicofisico, unito all’attuale pesante gap generazionale tra docenti e discenti con il personale insegnante più vecchio del mondo, necessita di un’apposita finestra che permette l’accesso e la decorrenza del trattamento pensionistico di vecchiaia o di anzianità secondo le regole previgenti la riforma cosiddetta “Fornero”. La copertura finanziaria è garantita da un incremento del Fondo per la revisione del sistema pensionistico con le risorse derivanti dal pagamento dell’ICI dei soggetti proprietari di immobili destinati ad attività ricettive e ricreative, prima esonerati, a seguito della sentenza n. 166 del 6 novembre 2018 della Corte di Giustizia Europea nella Cause riunite C-622, C-623, C-624/16.
IV
All’articolo 21, comma 2, alla fine del periodo inserire il seguente testo: “All’allegato b) di cui all’articolo 1 comma 148, punto H della legge 27 dicembre 2017, n. 205, dopo la parola “infanzia” aggiungere le seguenti parole “, primaria e secondaria. Per la copertura degli oneri derivanti dal presente intervento, si dispone l’incremento del Fondo per la revisione del sistema pensionistico con le risorse ulteriori da reperire a seguito della soppressione all’articolo 7, comma 1, lettera i) del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 294 delle parole “ricettive” e “ricreative”.
Motivazione [Estensione carattere gravoso a tutta la professione docente]: lo svolgimento della professione docente ha un carattere gravoso in tutti gli ordini di scuola, come si evince dagli studi sullo stress da lavoro correlato e bornout del dott. Lodolo D’Oria, ragion per cui risulta indispensabile allargare l’attuale finestra di pensione anticipata prevista soltanto per il personale dell’infanzia. La copertura finanziaria è garantita da un incremento del Fondo per la revisione del sistema pensionistico con le risorse derivanti dal pagamento dell’ICI dei soggetti proprietari di immobili destinati ad attività ricettive e ricreative, prima esonerati, a seguito della sentenza n. 166 del 6 novembre 2018 della Corte di Giustizia Europea nella Cause riunite C-622, C-623, C-624/16.
ARTICOLI CORRELATI: