Bisogna salvaguardare chi lavora nelle scuole. Quasi centomila supplenti senza abilitazione ma con anni di servizio portano avanti il loro operato: devono essere assunti.
Quella del precariato è una brutta piaga, presente nelle nostre scuole in maniera sempre più invasiva, con oltre 50 mila supplenze annuali assegnate quest’anno su sostegno ed altre 70 mila su cattedra curricolare: numeri da record, destinati a crescere. Invece, però, di avviare delle politiche di serio contrasto, assumendo il personale precario già selezionato e formato, si continuano a proporre dei concorsi-spot che ne stabilizza solo una piccola parte. Eppure la soluzione è a portata di mano e non prevede nemmeno particolari impegni economici: basterebbe procedere allo scorrimento delle graduatorie oltre il mero numero dei vincitori in riferimento ai posti messi a concorso. A chiederlo è il giovane sindacato Anief, facendosi da tramite per proporre alla commissione Bilancio degli emendamenti alla manovra economica AC n. 1334 all’articolo 58 sulle “Modifiche al decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 59, e altre disposizioni in materia di revisione del sistema di reclutamento dei docenti scolastici”.
Stroncare la supplentite non è una missione impossibile. Basterebbe un impegno politico serio. La soluzione per farlo passa per le richieste di modifica alla legge di bilancio, che entro domani arriverà ai gruppi parlamentari, per poi approdare al voto mercoledì: la proposta, di origine sindacale, prevede una serie di correzioni all’attuale reclutamento, tra cui il superamento della norma che limita a pochi vincitori l’accesso al ruolo, oltre alla “limitazione alla partecipazione” delle procedure concorsuali “per una sola classe di concorso”: secondo Anief, infatti, “appare irragionevole alla luce del fatto che per numerose classi di concorso non si è riusciti a coprire tutti i posti autorizzati per le immissioni in ruolo”.
Per i nuovi assunti, inoltre, appare “oltre che illegittima” la decisione, in caso di valutazione finale positiva dell’anno di prova, che l’insegnante neo-immesso in ruolo debba d’ora in poi essere “cancellato da ogni altra graduatoria, di merito, di istituto o a esaurimento”. Sempre per i nuovi assunti, il sindacato chiede di procedere alla “riduzione da cinque a tre anni del vincolo di permanenza” sulla provincia di assunzione, in modo da non far prevalere il “diritto al lavoro” su quello “alla famiglia”.
Secondo Anief, sempre per quel che riguarda il nuovo reclutamento, “in relazione alla soppressione del concorso riservato ai docenti non abilitati con 36 mesi di servizio, è necessario procedere alla riserva di una adeguata percentuale dei posti del nuovo concorso”, valutando “gli anni di servizio dall’approvazione della direttiva Ue n. 70/99”, così da stabilizzare gradualmente i precari storici, introducendo “a regime un accesso riservato” a questa categoria. Sempre per i precari con oltre tre anni di servizio, “in relazione alle competenze didattiche dimostrate per un triennio dal personale precario, si ritiene non necessaria l’acquisizione dei 24 CFU per la partecipazione al concorso” ordinario.
Il giovane sindacato, infine, insiste sulla norma UE che prevede, per chi ha “superato i trentasei mesi, comprensivi di proroghe e con rinnovi, indipendentemente dai periodi di interruzione, si dà luogo all’assunzione a tempo indeterminato in ottemperanza a quanto previsto dalla Direttiva 1999/70/CE del Consiglio del 28 giugno 1999”, di essere immesso in ruolo. È questa, inevitabilmente, la “risposta definitiva al problema del precariato scolastico e al contenzioso oggetto della procedura d’infrazione n. 2014/4231 pendente presso la Commissione europea sulla violazione da parte dello Stato italiano della normativa comunitaria dei contratti a termine”, prevedendo ovviamente l’allargamento della norma al personale Ata oltre che per “il personale delle Accademie e dei Conservatori”. Allo stesso modo, va reintrodotto il “doppio canale di reclutamento”, garantendo “a tutto il personale abilitato l’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento all’atto del loro aggiornamento”.
“Approvare i nostri emendamenti – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – comporterebbe sicuri vantaggi, peraltro attraverso operazioni accessibilissime per finanziarli. Perché se si vuole davvero affrontare l’emergenza supplenze, lo ribadiamo, occorre uno sforzo straordinario. A questo scopo serve la riapertura delle GaE, l’estensione del doppio canale di reclutamento alle graduatorie d'istituto e la conferma dei ruoli degli insegnanti assunti con riserva. E dare seguito alle modifiche richieste al nuovo sistema di reclutamento, con particolare attenzione ai docenti non abilitati, destinati altrimenti, questo è il paradosso, a fare i supplenti in eterno su posti vacanti e disponibili”.
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