Dopo l'illegittimo blocco quinquennale, il Miur vorrebbe ora limitare il trasferimento degli insegnanti di sostegno su posto comune, così da garantire la continuità didattica. Ma per ottenere lo stesso risultato non servono norme punitive: basterebbe stabilizzare i precari sui 40 mila posti in deroga, affidati annualmente a supplenze, e riaprire le GaE ai tanti docenti specializzati dalle università a numero chiuso. In modo anche da superare la moria delle cattedre vuote. Anief è pronta a impugnare l'eventuale decisione in tribunale: occorre dare incentivi e non punire chi sceglie di portare avanti questa difficile e delicata professione.
Quella verso i docenti di sostegno sembra una persecuzione senza fine: non bastava che a tutti gli immessi in ruolo, incaricati di insegnare didattica speciale, si imponesse un eccessivo vincolo quinquennale di permanenza su tale tipologia di posto; ora, nel corso di una riunione coi sindacati, il Ministero dell’Istruzione ha annunciato che intende “porre un limite ai trasferimenti da sostegno a posto comune”, al fine di “limitare i trasferimenti provinciali da sostegno a posto comune al 50% dei posti disponibili, in luogo dell´attuale 100%”.
Le ragioni di tale decisione risalirebbero all’eccessiva spesa e alla mancanza cronica di insegnanti di sostegno. “Al momento – commenta la rivista Orizzonte Scuola - si tratta dunque di una proposta, non sappiamo se potranno esserci novità in tal senso anche nella Legge di Bilancio o si tratta di una novità da limitare al contratto. A ciò si aggiungano anche le novità della permanenza nella sede di immissione in ruolo per un periodo di cinque anni, se la norma sarà inserita nella Legge di Bilancio”.
L’amministrazione, quindi, procede a gran passi verso ulteriori contenziosi, visto che già “per il conteggio del vincolo quinquennale il Ministero dell’Istruzione non hai mai riconosciuto il servizio svolto da precari, mentre sono numerose le sentenze che hanno dato ragione ai docenti interessati”, commenta ancora la stampa specializzata riferendosi proprio alle tante decisioni dei giudici favorevoli alla linea Anief.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, sottolinea come “quella dell’insegnate sia una particolare professione che necessita di mirate attenzioni, a maggior ragione se si tratta di un docente di sostegno che non può ricevere tale trattamento. Se si volesse davvero coprire buona parte delle oltre 40 mila cattedre vacanti della categoria, basterebbe immettere in ruolo i supplenti già specializzati sui tanti posti rimasti in deroga per meri motivi di risparmio, collocando queste cattedre in organico di diritto. Nel contempo, anche su questo versante è indispensabile che vengano riaperte le GaE. È chiaro che non staremo a guardare: ci rivolgeremo alle sedi opportune, perché chi svolge una professione impegnativa come questa non può essere trattato così”.
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