Sulle immissioni in ruolo, l’obiettivo di Marco Bussetti è di anticipare le operazioni per avere tutto pronto a settembre, ed evitare alle scuole gli annosi problemi di organico. Le regole per le immissioni in ruolo non cambieranno e rimarranno quelle stabilite dalla legge 107/2015. Le graduatorie ad esaurimento continueranno ad essere utilizzate per il 50% delle assunzioni, il resto va ai concorsi: uno per la secondaria, uno per infanzia e primaria. Le disposizioni previste dal Ministro non convincono l’Anief: per assumere tutti i precari della PA occorre infatti realizzare una verifica degli organici, ad iniziare dalla Scuola, dove rimane altissima la percentuale di posti liberi ma non considerati tali, quindi inseriti nel cosiddetto organico di “fatto”, non utilizzabile per trasferimenti ed immissioni in ruolo, in pieno disprezzo della direttiva UE n. 70/1999.
Sulle assunzioni nella scuola non ci siamo: il sindacato Anief, che aderisce a Cisal, lo ha appena ribadito all’XI Commissione del Senato attraverso il suo presidente nazionale Marcello Pacifico: “in tutto il pubblico impiego – ha detto il sindacalista - oltre il 10% è composto da lavoratori precari. Se si vuole finalmente assumere a tempo indeterminato su tutti i posti vacanti e disponibili occorre farlo senza ragioni sostitutive in organico di fatto. Ad iniziare dalla scuola, che da sola contiene la metà di tuti i dipendenti pubblici non di ruolo. Solo così si sconfigge il precariato”.
Pacifico ha ricordato che in passato questa linea era stata attuata: “bisognerebbe andare a riprendere quanto disposto nella legge finanziaria 296 del dicembre 2006, attraverso la quale si intendevano stabilizzare tutti i precari della pubblica amministrazione. Anche più di recente, con una legge ad hoc, approvata durante il Governo dell’ex premier Enrico Letta, era stata prevista la stabilizzazione su 50% dei posti a chi aveva 36 mesi svolti. Ora, l’intenzione dell’attuale esecutivo è quella di mantenere in vita il canale che prevede l’assegnazione della metà dei posti vacanti a chi è in graduatoria? Ben venga, ma servono due provvedimenti paralleli: la riapertura delle GaE e la definizione dei posti realmente liberi, oggi collocati per meri motivi di risparmio su organici non utili per procedere alle assunzioni”.
“Nella scuola – ha continuato il presidente Anief – è clamoroso il caso dei docenti di sostegno, con quasi 50 mila posti assegnati in deroga, fino al 30 giugno anziché al 31 agosto dell’anno successivo, pur essendo privi di titolare. Ma anche tra il personale Ata, per il quale ad esempio l’area dei coordinatori dei collaboratori scolastici e degli assistenti tecnici non è mai stati attivata. In generale, si continua ad assumere senza andare a vedere quali posti sono liberi da due anni. E a procedere alle assunzioni su tali posti. Così facendo – conclude Pacifico - non si risolverà mai il problema del precariato”.
Anief ha presentato specifiche richieste, a questo proposito, attraverso una memoria consegnata all’XI Commissione del Senato, da apportare da subito al decreto Concretezza, collegato alla legge di Stabilità, il DDL S. 920. Nello specifico, è stato chiesto di attuare “il ricambio generazionale nella PA” sicuramente con “lo sblocco completo del turn over”, invece ancora oggi “limitato dalla legge 133/2008”, ma anche tenendo conto “delle numerose pronunce della corte di giustizia europea, del reiterato abuso dei contratti a termine sul 10% della dotazione organica del personale. Pertanto, si ritiene opportuno modificare il d.lgs. 368/01”, al fine di garantire “la stabilizzazione del personale a tempo determinato con 36 mesi di servizio, anche non continuativi, su posto vacante e disponibile senza ragioni giustificative o la riserva del 50% delle assunzioni anche attraverso concorso per suddetto personale”.
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