Per quale motivo un insegnante e tutto il personale amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola non può accedere al buono pasto invece accordato agli altri dipendenti pubblici? La domanda è stata rivolta dalla delegazione Cisal all’XI Commissione del Senato, corredata da una precisa proposta emendativa al disegno di legge S. n. 920 sugli interventi che in Parlamento si intendono adottare “per la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell'Assenteismo”. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): ormai nel 95% delle scuole si adotta la settimana corta e i turni del personale sono ‘compressati’ su cinque giorni, come accade per gli altri ministeriali. E ai docenti spesso si richiede di rimanere in servizio il pomeriggio, per svolgere riunioni, dipartimenti, incontri con le famiglie, consigli di classe, scrutini e tutte le attività di rito degli organi collegiali. Perché in queste occasioni non debbano accedere al buono pasto previsto per gli altri dipendenti pubblici, rimane un mistero.
Sottrarre il buono pasto solo ad una parte di dipendenti pubblici è ingiusto e discriminante: lo sostiene la confederazione sindacale Cisal, cui aderisce Anief, che ha chiesto una modifica all’articolo 5 del disegno di legge Concretezza, collegato alla legge di Stabilità, per assicurare finalmente l’istituto dei buoni pasti anche ai lavoratori insegnanti e Ata della scuola pubblica, in tutti quei casi in cui nell’istituto in servizio non sia attiva la mensa scolastica e laddove ai dipendenti sia richiesto un rientro pomeridiano.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, tra i presenti nella delegazione ricevuta in audizione a Palazzo Madama, ha ricordato, dopo avere consegnato una memoria degli emendamenti ai senatori, che “docenti, amministrativi, tecnici, collaboratori scolastici e Dsga non sono figli di un dio minore: già devono fare i conti con uno stipendio fortemente ridotto e con aumenti così ridicoli che nel 2019 non arriveranno a coprire nemmeno l’inflazione, devono affrontare carichi di lavoro crescenti e con scarsissime possibilità di carriera, addirittura, come avviene per gli Ata dimenticando di istituire i profili professionali superiori previsti per legge e continuano poi ad essere penalizzati da un ‘temporizzazione’ economica che non ha senso e una ricostruzione di carriera che non tiene conto completamente del periodo del precariato”.
“I questo quadro complessivo desolante – continua il sindacalista Anief-Cisal – non si comprende il motivo per cui un dipendente pubblico che opera nella scuola debba essere costretto a portarsi il pranzo da casa o ad acquistarlo. Forse perché lavorano meno degli altri? No, visto che nel 95% delle scuole ormai si adotta la settimana corta e i turni del personale sono ‘compressati’ su cinque giorni. Ai docenti, inoltre, spesso si richiede di rimanere in servizio il pomeriggio, per svolgere riunioni, dipartimenti, incontri con le famiglie, consigli di classe, scrutini e tutte le attività di rito degli organi collegiali. Perché in queste occasioni non debbano accedere al buono pasto previsto per gli altri dipendenti, rimane un mistero”.
“È chiaro che si fa questo per risparmiare. Ma lo sanno i parlamentari della Repubblica che si sta sottraendo un diritto proprio a quei dipendenti statali che già percepiscono gli stipendi più bassi di tutta la Pubblica Amministrazione, ovvero gli Ata? Lo sanno i nostri senatori che si sottrae il buono pasto a dei docenti che per motivi di lavoro non di rado si soffermano in un istituto scolastico anche per 12 ore? È chiaro che permanendo questa situazione, non si farà altro che mantenere l’ennesima discriminazione verso la categoria di lavoratori a cui ogni giorno – conclude Pacifico - affidiamo i nostri figli”.
L’emendamento al Disegno di legge S. 920 sui buoni pasto nella scuola predisposto da Anief-Cisal:
XVIII legislatura
VIII
All’articolo 5, comma 1, inserire il seguente periodo:
“I buoni pasto, a partire dall’a. s. 2019/2020 sono estesi anche al personale docente, collaboratore scolastico e ata della scuola con rientro pomeridiano giornaliero laddove non coperto dal servizio mensa attivato dall’istituzione scolastica a seguito di tempo pieno e prolungato per gli studenti.”
Motivazione [estensione buoni pasto al personale della scuola]: l’emendamento estende i buoni pasto al personale della scuola che ha il rientro pomeridiano.
PER APPROFONDIMENTI:
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