Ora si può dire con certezza: il precariato scolastico è un’emergenza nazionale. Anief lo sostiene da tempo. Adesso, anche le altre organizzazioni sindacali se ne accorgono e finalmente escono allo scoperto: in queste ultime ore, i due sindacati maggiori del comporto Scuola hanno infatti prodotto dei rapporti nazionali che fotografano una situazione addirittura peggiore di quella paventata fino a qualche settimana fa. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): l’amministrazione deva capire che l’unico vero modo per uscire da questa impasse è puntare sul doppio canale di reclutamento, riaprendo le GaE, come del resto è stato fatto già due volte negli ultimi anni, allora sì che potremo dire di avere creato le basi per vincere la supplentite cronica.
Nel frattempo, Anief conferma il ricorso al giudice del lavoro per ottenere la partecipazione al piano straordinario di stabilizzazione o il risarcimento del danno per illecita reiterazione di contratti a termine: il ricorso è rivolto a docenti, anche non abilitati, e Ata precari che hanno svolto almeno 36 mesi di servizio in scuola pubblica su posto vacante e disponibile: per maggiori informazioni cliccare qui.
Le stime stavolta non lasciano adito ad altre interpretazioni, perché c’è una chiara tendenza a crescere del numero di cattedre assegnate ai supplenti: sei anni fa, riassume la stampa specializzata, i contratti annuali a tempo determinato erano 105 mila; nel 2015/16 erano diventati 147 mila, per poi scendere a 126 mila l’anno successivo ed arrivare a 141 mila nel 2017/18. Poi, però, a seguito delle mancate 33 mila assunzioni già programmate la scorsa estate, quest’anno abbiamo toccato il record delle 150 mila supplenze annuali, di cui un terzo su sostegno. Ma nell’anno in corso, con i docenti specializzati nell’insegnamento agli alunni disabili, abbiamo toccato un altro record della vergogna: nella secondaria di primo grado su 6.143 posti di sostegno ne sono stati coperti con le assunzioni solamente 167. Anche gli altri sindacati cominciano così a parlare di sistema “malato” che necessita di un nuovo reclutamento attraverso “una fase transitoria coerente, solida ed efficace”.
“Seppure tardivo – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal - l’intervento delle altre organizzazioni sindacali, assieme a quello che Anief sta producendo in modo tambureggiante da settimane, può servire a convincere i nostri parlamentari ad approvare le norme per produrre già nel 2019 quelle assunzioni necessarie ad uscire dall’attuale emergenza, peraltro destinata anche a crescere. Secondo noi è però fondamentale che si agisca subito, con l’attuale Legge di Stabilità: si può fare, perché si tratta di provvedimenti che non prevedono finanziamenti folli. Ricordiamo, a tal proposito, che questi insegnanti già vengono assunti ogni anno con supplenze annuali, che comportano quindi una spesa non molto inferiore a quella da sostenere per 13 mensilità, una volta che gli stessi docenti vengono immessi in ruolo”.
“Anche perché – continua Pacifico – in un numero crescente di casi, lo Stato si trova costretto a pagare cifre risarcitorie importanti: i nostri tribunali, infatti, non possono più fare a meno di tenere conto delle direttive europee, né possono fare a meno di omettere le pronunce della Corte di Giustizia Ue. Per dire basta a questo andare, quindi, non rimane che una soluzione: abbandonare la strada del canale unico di reclutamento, quello dei concorsi, che vuole imporre invece a tutti i costi ed in modo esclusivo il Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, per fare spazio al doppio canale di reclutamento e riaprendo finalmente le GaE a tutti gli abilitati”.
Certo, la battaglia è in salita. Perché la V Commissione Bilancio e la XIV Commissione Lavoro dello stesso Senato hanno già bocciato il testo presentato così come emendato alla legge europea. Quindi, in attesa di seguire le vicende di questo percorso politico, la via giudiziaria rimane l’unica percorribile per i precari che non vogliono invecchiare come supplenti. Ancora di più dopo le buone notizie giunte in settimana dalla curia europea, con l’avvocato generale Szpunar della Curia europea che si è detto d’accordo con le tesi della Commissione UE e del docente ricorrente Rossato che, una volta assunto in ruolo dopo diversi anni di precariato, chiedeva giustamente il risarcimento per l'abuso dei contratti a termine. E anche dopo la recente sentenza C-331/17 Sciotto, emessa dalla Corte di Giustizia Europea il 25 ottobre scorso, attraverso la quale è stato stabilito che i Paesi membri devono provvedere alla “conversione automatica del contratto a tempo determinato in un contratto a tempo indeterminato se il rapporto di lavoro perdura oltre una data precisa”, ovvero 36 mesi anche non continuativi qualora stiano operando su posto vacante e disponibile.
A questo proposito, Anief avvia le preadesioni al ricorso gratuito per il personale di ruolo interessato ad ottenere dalle due alle dodici mensilità di risarcimento in caso di pronuncia conforme della Corte di giustizia e di superamento delle sentenze della Corte suprema italiana. Per aderire vai sul Portale Anief. Parallelamente, il giovane sindacato continua la sua battaglia giudiziaria per l’immissione in ruolo per chi ha svolto almeno 36 mesi di supplenze su posto vacante e disponibile, per chi è ancora precario: anche in questo caso, gli interessati possono consultare il portale Anief.
PER APPROFONDIMENTI:
Tempo pieno primaria, Di Maio lo vuole subito: alla Camera si lavora per completarlo nel 2060
Reclutamento, verso 200 mila precari: Marcello Pacifico da Palermo chiede la riapertura delle GaE