La fine degli appalti di pulizie nelle scuole porterà all’internalizzazione dei servizi e all’assunzione di 12.000 lavoratori socialmente utili nel ruolo di collaboratori scolastici: la novità è contenuta nel secondo pacchetto di emendamenti alla Legge di Bilancio, già approvato alla Camera. La norma, ora all’esame del Senato, è in continuità con quanto disposto dall'ultima legge di bilancio 2015/17: oltre a confermare l'immissione in ruolo dei precari con contratto co.co.co. di Palermo, prevede la fine dell'esternalizzazione dei servizi e il passaggio nei ruoli dello Stato dopo anni di abusi.
Il problema però rimane per diverse migliaia di Ata, i collaboratori scolastici e gli assistenti tecnici e amministrativi che operano direttamente per lo Stato, che da anni prestano servizio, ma non sono stati mai assunti, eludendo in questo modo anche la stabilizzazione automatica prevista nei Paesi membri dell’Ue per chi ha svolto oltre 36 mesi su posto libero. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Perché si adottano due pesi e due misure, lo dovrebbe spiegare l'on. Luigi Gallo (M5S), dopo che il Governo Letta scoprì nel 2013 che questo servizio costava allo Stato il doppio di quanto richiesto con l’utilizzo del personale interno. Anief ha presentato in Senato un emendamento per stabilizzare anche tutti gli Ata precari. E la spiegazione dovrebbe ancor più urgere dopo la sentenza Sciotto della Corte di Giustizia Europea che autorizza la stabilizzazione del personale assunto a tempo determinato nella PA, la Sentenza Mascolo che affronta il problema dei docenti e la sentenza Sibilio che nega proprio la stabilizzazione degli LSU.
Il governo vuole dire basta agli sprechi di soldi dovuti “agli appalti di pulizia a ditte esterne per la gestione delle scuole”, fa bene, ma deve stabilizzare anche tutti gli altri Ata precari. “Con il M5S è finito l’assistenzialismo di Stato alle imprese negli appalti delle pulizie nelle scuole e lo spreco di denaro pubblico; a costo zero assumeremo 12mila lavoratori precari”, ha annunciato l’on. Luigi Gallo (M5S), presidente della Commissione Cultura alla Camera, tra i promotori della modifica. La proposta, scrive Orizzonte Scuola, non piace ai vertici di ANIP – Confidustria, Legacoop Produzione e Servizi, Confcooperative Lavoro e Servizi che raccolgono le maggiori imprese nell’ambito del cleaning e servizi integrati: con una nota congiunta, spiegano che “l’emendamento inserito nella Legge di bilancio che porterà all’internalizzazione dei servizi di pulizie per le scuole italiane non convince per molti motivi: da un lato riteniamo che l’assunzione del personale ATA da parte pubblica provocherà un enorme dispendio di risorse, dall’altro non migliorerà i servizi resi alla comunità scolastica, fatta di studenti, famiglie e docenti”.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, sono osservazioni fuorvianti: “Fa bene il Governo ad assumere questa tipologia di precari, ma non deve dimenticare che ve ne sono altri, quasi 46 mila collaboratori scolastici e assistenti tecnici e amministrativi, che da anni attendono la stabilizzazione. Non è possibile innescare una guerra tra lavoratori che svolgono lo stesso servizio e hanno diritti analoghi. Proprio per dare una risposta normativa ad un reclutamento del personale precario storico giusto e non discriminante – conclude il sindacalista autonomo – chiediamo che sia inserita una norma tra gli emendamenti al nuovo testo di Legge di Stabilità in discussione in Senato”.
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