Il leader del sindacato della scuola risponde all’iniziativa promossa, tra gli altri, da Mario Vargas Llosa, Milan Kundera, Orhan Pamuk, Anne Applebaum, Bernard-Henri Lévy, Claudio Magris, Roberto Saviano, Eugenio Scalfari, per dire no a un Europa che sta “andando in pezzi davanti ai nostri occhi”. Anche Anief ritiene che il futuro dei Paesi del vecchio continente non possa essere sottomesso a chi crede nelle divisioni, piuttosto che investire nella comunione d’intenti e nella sana miscellanea di culture, tradizioni e valori. Per il presidente nazionale Marcello Pacifico in un’Europa lacerata da derive nazionaliste, indifferenza e autoreferenzialità, diventa cruciale il recupero dei valori della cittadinanza dell'Unione, improntati dai tempi di Federico II al rispetto del diritto e del lavoro, alla giustizia sociale: è nel XIII secolo che si forgiarono i caratteri di un'Europa che, nonostante le crociate, si è sempre caratterizzata per l’apertura al dialogo.
“Dobbiamo difendere l’Europa, oppure soccombere sotto le ondate del populismo”. A dirlo sono stati, in questi giorni, una trentina di intellettuali europei - scrittori, storici e premi Nobel - che hanno preso posizione attraverso un manifesto che denuncia come l'idea di Europa stia “andando in pezzi davanti ai nostri occhi”, per fare spazio al “disprezzo dell’intelligenza e della cultura; esplosioni di xenofobia e antisemitismo”. Il documento, pubblicato su diverse testate tra le quali anche il britannico Guardian, ha riscosso un crescendo di consensi.
L’APPELLO CONTRO I TOTALITARISMI
L’appello per salvare l’Europa dai totalitarismi è stato promosso e firmato da intellettuali come Mario Vargas Llosa, Milan Kundera, Orhan Pamuk, Anne Applebaum, Bernard-Henri Lévy, Claudio Magris, Roberto Saviano, Eugenio Scalfari e molti altri. L’allarme è reale: i sondaggi, in vista delle elezioni europee di maggio, dicono che l’azione delle forze antieuropee potrebbe prevalere ovunque. Sul lungo periodo, spiega l’appello, l’effetto sarebbe disastroso: “dietro la strana sconfitta dell’Europa che si profila all’orizzonte, dietro a questa nuova crisi della coscienza europea che si accanisce a demolire tutto ciò che ha reso le nostre società grandi, nobili e prospere, vi è il tentativo – a cui dagli anni Trenta in poi non si era mai assistito – di mettere in discussione la democrazia liberale e i suoi valori”.
Nel manifesto, si parte da un presupposto, cioè che i valori liberali del Vecchio Continente si trovano a fronteggiare una sfida epocale, seconda solo a quella degli anni Trenta del secolo scorso. È probabile, inoltre, che la concomitanza della pubblicazione del manifesto degli intellettuali con il Giorno della Memoria per le vittime della Shoah non sia casuale: una scelta che rimanda ai valori che sono espressione fondante dell’Unione Europea e al ripudio di ogni forma di razzismo, persecuzione e discriminazione.
ANIEF SPOSA L’INIZIATIVA
Anief accoglie con entusiasmo il senso dell’iniziativa transnazionale contro l’ascesa dei nuovi totalitarismi, dei nuovi populismi e dell’intolleranza: il sindacato autonomo, da poco rappresentativo e riconosciuto come soggetto vincente anche dalle organizzazioni confederali, ritiene che il futuro dei Paesi del vecchio continente non possa essere sottomesso al volere di chi crede nelle divisioni, piuttosto che investire nella comunione d’intenti e nella sana miscellanea di culture, tradizioni e valori.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e vice presidente Cesi, ha espresso questi concetti a Lisbona, lo scorso dicembre, durante il convegno Accademia Europea Cesi su Horizon 2025, rivendicando l’investimento in elementi imprescindibili per gli Stati membri, a partire dall’educazione civica e dal diritto comunitario: “partendo dalle Carte fondamentali e dai Trattati europei – ha detto il sindacalista – occorre che le nuove generazioni conoscano la storia dell’Europa e le regole che la governano fin dal Duecento. Perché è con Federico II, nel XIII secolo, che si forgiarono i caratteri di un'Europa, la quale nonostante le crociate, si è sempre caratterizzata per l’apertura al dialogo”.
"Mai come oggi – continua il professor Pacifico – i contenuti che si intrecciano con lo studio della storia, del pensiero, dell’economia, della società e di nostri valori comuni vanno dunque recuperati e valorizzati. In un’Europa lacerata da divisioni d’intenti, derive nazionaliste, indifferenza e autoreferenzialità, il recupero dei valori della cittadinanza dell'Unione – improntati al rispetto del diritto e del lavoro, alla giustizia sociale – diventa cruciale: gli stessi richiami formulati, ormai periodicamente, dalla curia europea, a iniziare dal mondo dell’istruzione, ci dicono che è giunta davvero l’ora di voltare pagina, per costruire finalmente una cittadinanza solidale, regole giuste ed eque, un'identità forgiata sul rispetto del diritto e del dialogo sociale”, conclude il presidente nazionale Anief.
IL TESTO DELL’APPELLO
Qui di seguito il manifesto-appello dei patrioti europei
Salviamo Casa Europa
L’Europa è a rischio. Da ogni parte giungono critiche, insulti, defezioni. Basta con la costruzione dell’Europa! Riappropriamoci della nostra « anima nazionale! » . Riscopriamo la nostra «identità perduta!». Questo è il programma delle forze populiste che spazzano il continente. Attaccata dall’interno da falsi profeti, accecati dal risentimento e resi euforici dall’opportunità di trovarsi sotto i riflettori; abbandonata, al di là della Manica e dell’Atlantico, dai due grandi alleati che nel secolo scorso la salvarono due volte dal suicidio; esposta alle manipolazioni vieppiù manifeste del capo del Cremlino, l’Europa in quanto idea, in quanto volontà e rappresentazione, si va sgretolando di fronte ai nostri stessi occhi.
Ed è in questo clima nefasto che nel maggio 2019 si terranno le elezioni europee. A meno che qualcosa non cambi, a meno che qualcosa non intervenga ad arginare la marea che cresce, preme e monta, a meno che in tutto il continente non si manifesti al più presto un nuovo spirito di resistenza, quelle elezioni rischiano di essere le più disastrose che mai abbiamo conosciuto: vittoria dei demolitori; disgrazia di coloro che ancora credono nel retaggio di Erasmo, Dante, Goethe e Comenio; disprezzo dell’intelligenza e della cultura; esplosioni di xenofobia e antisemitismo; un disastro. I firmatari di questo documento sono tra coloro che si rifiutano di rassegnarsi a questa catastrofe annunciata. Sono dei patrioti europei che capiscono come a tre quarti di secolo dalla sconfitta del fascismo e trent’anni dopo la caduta del muro di Berlino siamo giunti di fronte a una nuova battaglia per la civiltà. La loro memoria di europei, la fede in questa grande Idea che hanno ereditato e che custodiscono, la convinzione che questa Idea sia stata, ieri, l’unica forza abbastanza possente da sollevare i nostri popoli al di sopra di loro stessi e del loro passato guerriero, e che essa sola possieda la forza per scongiurare, domani, l’ascesa di nuovi totalitarismi e il conseguente ritorno di una miseria propria delle epoche buie – tutto questo impedisce loro di arrendersi. È da qui che nasce questo invito alla riscossa. La nostra generazione ha commesso un errore. Così come i seguaci di Garibaldi, abbiamo creduto che l’unità del continente sarebbe avvenuta da sola, senza volontà e senza sforzo.
Dobbiamo lasciarci alle spalle questo provvidenzialismo. Dobbiamo abbandonare questa Europa pigra, priva di risorse e di pensiero. Non abbiamo più scelta. Quando i populismi tuonano, occorre volere l’Europa o affondare. Occorre lanciare con urgenza l’allarme contro quei piromani dell’anima e dello spirito che da Parigi a Roma, passando da Dresda, Barcellona, Budapest, Vienna o Varsavia, giocano con il fuoco delle nostre libertà. Poiché è di questo che si tratta: dietro la strana sconfitta dell’Europa che si profila all’orizzonte, dietro a questa nuova crisi della coscienza europea che si accanisce a demolire tutto ciò che ha reso le nostre società grandi, nobili e prospere, vi è il tentativo – a cui dagli anni Trenta in poi non si era mai assistito – di mettere in discussione la democrazia liberale e i suoi valori.
L’appello è firmato da: Vassilis Alexakis (Atene), Svetlana Alexievich (Minsk), Anne Applebaum (Varsavia), Jens Christian Grøndahl (Copenaghen), David Grossman (Gerusalemme), Ágnes Heller (Budapest), Elfriede Jelinek (Vienna), Ismaïl Kadaré (Tirana), György Konrád (Debrecen), Milan Kundera (Praga), Bernard- Henri Lévy (Parigi), António Lobo Antunes (Lisbona), Claudio Magris (Trieste), Ian McEwan (Londra), Adam Michnik (Varsavia), Herta Müller ( Berlino), Ludmila Oulitskaïa (Mosca), Orhan Pamuk (Istanbul), Rob Riemen (Amsterdam), Salman Rushdie (Londra), Fernando Savater (San Sebastián), Roberto Saviano (Napoli), Eugenio Scalfari (Roma), Simon Schama (Londra), Peter Schneider (Berlino), Abdulah Sidran (Sarajevo), Leïla Slimani (Parigi), Colm Tóibín (Dublino), Mario Vargas Llosa (Madrid), Adam Zagajewski (Cracovia).
PER APPROFONDIMENTI:
Marcello Pacifico (Anief) denuncia il Miur a Rai Radio 1 per supplentite e cattiva amministrazione
Docenti mal gestiti, dopo le 32 mila mancate assunzioni i presidi a caccia di supplenti annuali
Marcello Pacifico a Palazzo Chigi parla di Europa e superamento del ritardo del Sud
Regionalizzazione, strada spianata verso la didattica locale. Anief contro il progetto del Governo
Regionalizzazione e didattica locale, il M5S prende le distanze dal progetto leghista. Anief plaude