Stamani il presidente dell’Anief, il professore Marcello Pacifico, ha rilasciato un’intervista alla rivista specializzata Orizzonte Scuola.Tanti i temi trattati: il problema del precariato che si risolverebbe con l’eliminazione dell’eccessivo ricorso al lavoro a tempo determinato, l’auspicio della riapertura delle GaE, la necessità della stabilizzazione dei precari, oltre alle relazioni con le altre sigle sindacali rappresentative a cui Anief si è aggiunta a pieno titolo
Presidente Pacifico, dopo un mese di scioperi e manifestazioni, il dibattito sulla gestione del precariato si infiamma, perché?
“Il motivo per il quale accade ciò è che ancora una volta il mondo della scuola non viene ascoltato dal governo per la gestione di un problema che sarebbe semplice risolvere, ma pare si voglia lasciare così com’è. Il problema non è la volontà politica di prediligere il concorso quale strumento ordinario per il reclutamento degli insegnanti piuttosto che attraverso la formazione iniziale universitaria, ma l’abuso dei contratti a termine”.
Per alcuni esponenti dell’attuale maggioranza, e soprattutto per il ministro Bussetti, tutto si risolverà con i concorsi. Cosa ne pensa?
“La storia recente ci insegna che, nonostante due concorsi ordinari (2012, 2016) e uno straordinario (2018) il numero dei supplenti è aumentato, così come il numero di coloro che insegnano senza abilitazione o specializzazione sul sostegno. La colpa, di certo, non è di quei 100 mila che si sono abilitati e specializzati con il Tfa o con il Pas, o i laureati in scienze della formazione primaria o ancora di quei 50 mila che hanno scoperto di avere un titolo valido quale il diploma magistrale”.
Quali sarebbero le ragioni di tale disastro?
“Da una parte il mancato allineamento tra organico di fatto e organico di diritto, inclusi i posti di sostegno in deroga, dall’altra quello tra domanda e offerta. L’attuale sistema di reclutamento, nelle assegnazioni delle supplenze, prevede dapprima lo scorrimento delle graduatorie ad esaurimento provinciali poi di quelle locali d’istituto (tra le 10 e le 20 selezionate): se le prime sono esaurite perché si è deciso di non inserire gli abilitati negli ultimi 5 anni, si costringono le segretarie scolastiche al terno al lotto di chi si ritrova nelle rispettive graduatorie d’istituto fino all’utilizzo delle messe a disposizione, mai in numero così elevato da 20 anni a questa parte (se ne registrano diecimila). Per non parlare delle 50mila cattedre andate deserte durante le convocazioni delle immissioni in ruolo negli ultimi 5 anni. Qual è la soluzione? Evidentemente non soltanto il nuovo concorso, ma l’utilizzo del doppio canale di reclutamento, come recentemente ha ricordato la Cisl, dopo l’appello al rispetto della direttiva europea lanciato dalla Cgil e all’attenzione verso l’assunzione dei precari con più di 36 mesi chiesto da Uil, Snals e Gilda. Sono tutte cose che da anni ANIEF chiede in Parlamento attraverso la riapertura delle GaE, la trasformazione provinciale delle graduatorie d’istituto, con l’estensione del doppio canale di reclutamento e corsi abilitanti per chi ne è sprovvisto. Siamo felici che finalmente tutti gli altri sindacati la pensino pubblicamente come noi, con manifestazioni in sintonia con gli scioperi a cui noi abbiamo aderito o che abbiamo proclamato, anche se non siamo d’accordo sulla necessità di ulteriori concorsi riservati che non andrebbero a risolvere il problema”.
Magari ora che siete uniti su alcune proposte, sarete ascoltati?
“Il fatto che dopo tante battaglie giudiziarie si abbia una voce comune anche ai tavoli della politica, certamente amplifica la nostra voce. Noi non chiediamo privilegi, ma il rispetto del diritto dell’Unione e la fine della piaga del precariato, anche per garantire la necessaria continuità didattica ai nostri alunni e l’opportuna serenità lavorativa ai nostri insegnanti”.