La lentezza dei concorsi per docenti e la mancata immissione in ruolo di tutti i vincitori e idonei sono caratteristiche della scuola pubblica italiana: la conferma arriva dalla serie storica delle procedure concorsuali degli ultimi anni. Questo significa che il concorso per la scuola secondaria che il Miur ha promesso di bandire entro il 2019, solo nella migliore delle ipotesi, porterà i vincitori in cattedra nell’estate del 2020. Intanto, ha del paradossale quanto accaduto in alcune regioni con i concorsi passati: per il concorso del 2016 migliaia i candidati docenti rischiano di rimanere al palo, pur avendo regolarmente partecipato e superato le prove, preselettive e selettive, scritte e orali. Il caso della Sicilia: alla primaria, a distanza di tre anni oltre 500 aspiranti maestri si sono ritrovati per “un errore dell'algoritmo” senza “un posto di lavoro”; per la scuola dell’infanzia rimangono da assumere oltre 300 docenti risultati vincitori e idonei. Se non subentreranno delle deroghe, considerando che in media ogni estate si procede a non oltre 20-30 immissioni in ruolo, dal 1° settembre 2019 decadrà la loro posizione. Marcello Pacifico (Anief): L’unica via d’uscita da questo ginepraio non può che essere la riapertura immediata delle GaE e il ritorno al doppio canale puro. Nella fattispecie, però, abbiamo anche attivato ricorsi al giudice del lavoro, in modo da ottenere le stabilizzazioni mancate.
La serie storica degli ultimi concorsi non lascia spazio a dubbi: le procedure in Italia sono lente e non garantiscono le immissioni in ruolo di vincitori e idonei. L’ultimo esempio, scrive Orizzonte Scuola, è quello del “DL 59/2017 targato PD aperto solo ai docenti abilitati. Bandito con DDG del 1° febbraio 2018, consisteva in un’unica prova orale. Nonostante la semplicità della procedura, in alcune regioni non è ancora concluso”. Poi abbiamo il concorso del 2016, “anche questo aperto solo ai docenti abilitati, bandito nel febbraio del 2016. Prevedeva prova scritta e orale. Poche regioni hanno concluso in tempo per le immissioni in ruolo 2016/17, tantissime hanno rinviato la graduatoria all’anno successivo”.
Per quel che riguarda il concorso del 2012, bandito con DDG n. 82 del 24 settembre 2012, questo “prevedeva la prova preselettiva (svolta a dicembre), prova scritta e prova orale. Solo in questo caso la maggior parte delle regioni concluse in tempo le operazioni in vista delle immissioni in ruolo”.
Veniamo dunque ai nostri giorni, al concorso della scuola secondaria 2019: “al permanere delle medesime condizioni (i commissari non usufruiscono di alcun esonero) i tempi del prossimo concorso devono essere ampiamente calcolati se l’obiettivo è quello delle assunzioni del 2020/21”, rimarca la rivista specializzata. “E tuttavia a nostro parere solo dopo le immissioni in ruolo dell’estate 2019 si potrà avere una visione dettagliata dei posti vuoti per regione e classe di concorso. Nello stesso tempo bisognerà considerare che i corsi per acquisire la specializzazione sostegno in partenza nei prossimi mesi si concluderanno non prima di marzo 2020”.
I RISCHI
“Si dovrà dunque tenere conto – conclude Orizzonte Scuola – di bandire il concorso su posti effettivamente vacanti; organizzare la procedura in modo tale da completarla in tempo per le assunzioni 2020; prevedere la riserva per la partecipazione al concorso su posti di sostegno dei docenti impegnati nel corso di specializzazione TFA sostegno IV ciclo; prevedere eventuali intoppi nella procedura dovuti alla difficoltà di reperimento delle commissioni che non possono usufruire degli esoneri”.
Si tratta di una serie di passaggi obbligati di tutt’altro che facile realizzazione. Intanto, ha del paradossale quanto accaduto in alcune regioni con i concorsi passati. Riguardo al concorso del 2016, infatti, migliaia di candidati docenti, vincitori dell’ultimo concorso a cattedra, rischiano fortemente di rimanere al palo, senza possibilità di essere assunti a tempo indeterminato, pur avendo regolarmente partecipato e superato le prove, preselettive e selettive, scritte e orali. E questo per effetto del decreto Miur del 23 febbraio 2016. Le candidature vincenti mai tradotte in assunzioni si sommano a quanto accaduto a molti partecipanti al concorso di quattro anni prima, nel 2012, anche loro reputati dalle commissioni idonei allo svolgimento della professione, salvo poi essere collocati in un enorme “congelatore” in attesa di una immissione in ruolo sempre più improbabile dal compiersi.
IL PARADOSSO DELLA SICILIA
In Sicilia, ad esempio, di recente La Repubblica ha parlato di una vera e propria “beffa” per i vincitori del concorso della primaria del 2016, perché è assurdo che dopo essersi abilitati, avere superato una prova scritta computerizzata (anche su una lingua straniera) e una prova orale (composta da una lezione simulata e da un colloquio con la commissione d’esame) e “aver vinto un concorso”, a distanza di tre anni oltre 500 aspiranti maestri si sono ritrovati per “un errore dell'algoritmo” senza “un posto di lavoro”. E sono oggi costretti a lavorare arrabattandosi “con contratti precari”.
Sempre in Sicilia, l’assurdo si tocca però con la scuola dell’Infanzia, per la quale – dopo che con il piano straordinario del 2016 si erano completate le assunzioni dei poco più di 200 vincitori del concorso 2012, spedendo diversi maestri a centinaia di chilometri da casa a causa dell’algoritmo impazzito - rimangono da assumere oltre 300 docenti risultati vincitori e idonei, sempre nella tornata concorsuale del 2016: se non subentreranno delle deroghe, considerando che in media ogni estate si procede a non oltre 20-30 immissioni in ruolo, il paradosso è che dal 1° settembre prossimo decadrà la loro posizione di vincitori e idonei.
IL COMMENTO DI MARCELLO PACIFICO, PRESIDENTE ANIEF
“In pratica – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – questi docenti precari, tutti già peraltro abilitati, visto che il concorso del 2016 richiedeva l’abilitazione come requisito necessario, si sono preparati e imposti nella procedura concorsuale per poi ritrovarsi con un pugno di mosche in mano. Con la beffa che ci sono, però, un numero impressionante di posti liberi; solo che lo Stato li colloca, furbescamente per motivi di cassa, in organico di fatto, così non si possono far valere per le assunzioni a tempo indeterminato. Sul sostegno, poi, siamo alla follia, perché le cattedre sono palesemente liberi, ma vengono collocate in deroga, anche in questo caso per far risparmiare lo Stato adottando la Legge 128 del 2013”.
“Ecco perché – continua il presidente dell’Anief – l’unica via d’uscita da questo ginepraio non può che essere la riapertura immediata delle GaE e il ritorno al doppio canale puro. Nella fattispecie, però, abbiamo anche attivato ricorsi al giudice del lavoro, in modo da ottenere le stabilizzazioni mancate, a seguito della scadenza del piano triennale di assunzione prevista dall’estensore di un bando che non aveva fatto i calcoli con l’organizzazione di un concorso che ha lasciato molto a desiderare già prima che la procedura partisse ufficialmente”.
“Patrocineremo inoltre i ricorsi anche per gli assunti a tempo indeterminato che hanno optato per una regione differente rispetto a quelle nella quale avevano presentato domanda e svolto il concorso, nonché per i vincitori del concorso 2016, anche alla luce della nuova fase transitoria, derivante dal decreto legislativo 59/2017 legato alle Legge 107/2015 sul ‘Riordino, adeguamento e semplificazione del sistema di formazione iniziale e di accesso nei ruoli di docente nella scuola secondaria’, che sarebbe dovuta arrivare soltanto dopo l'assunzione di chi aveva vinto precedentemente un concorso pubblico”, conclude Pacifico.
Il sindacato Anief conferma pertanto la volontà di avviare degli specifici ricorsi al giudice del lavoro, al fine di ottenere l'immissione in ruolo dei vincitori del concorso docenti 2016 e 2012 non ancora assunti o assunti in regione diversa da quella per cui avevano partecipato. Il ricorso si propone di ottenere il riconoscimento e l'assegnazione effettiva dei posti messi a concorso nel 2016 e nel 2012, prima dell'entrata in vigore delle nuove graduatorie di merito regionali del concorso 2018. Per procedere al ricorso, è indispensabile completare la procedura di pre-adesione on line ed inviare ad Anief la documentazione necessaria, entro il termine previsto e indicato nel memorandum da scaricare al termine della stessa procedura.
PER APPROFONDIMENTI:
Diplomati magistrale, Bussetti: le sentenze vanno rispettate. Anief: senza eccezioni, pure quelle UE