I vincitori del prossimo concorso a cattedra potrebbero non essere assunti nemmeno nel 2020. E siccome non c’è alcuna volontà da parte del Miur di stabilizzare i precari storici con oltre 36 mesi di servizio svolto, a dispetto di quello che ci chiede l’Europa da 20 anni, tra qualche mese ne vedremo delle belle: solo considerando i 40 mila pensionamenti, le 33 mila mancate immissioni in ruolo della scorsa estate e i 50 mila posti in deroga, si arriva ad un numero inaudito di supplenze annuali, con scadenza 30 giugno 2020 o 31 agosto 2020. Marcello Pacifico (Anief): L’Italia stavolta più che mai rischia di incassare una sanzione non indifferente da Bruxelles. Se a questo si aggiungono i tanti ricorsi risarcitori presentati in tribunale dai singoli docenti, che anche Anief patrocina, diventa ancora più incoerente la scelta del Miur di opporsi alla riapertura delle GaE e del doppio canale di reclutamento. Ancora di più perché i concorsi non andranno a sanare che una piccolissima parte degli oltre 100 mila precari già selezionati e abilitati all’insegnamento.
Il Miur ha ufficializzato quello che l’Anief sostiene da mesi: la prossima estate sarà contrassegnata dal record di supplenze annuali. Anche nella scuola secondaria, per la quale a fronte dell’innalzato numero di pensionamenti, che con quota 100 arriverà a quota 40 mila, non ci saranno nuovi docenti vincitori di concorso pronti a subentrare. La conferma, scrive Orizzonte Scuola, adesso arriva anche dal Ministro Bussetti che a Genova ha detto: un nuovo concorso “è all’interno della nostra finanziaria, lo abbiamo già previsto, avvieremo nuove procedure concorsuali”. Alla domanda se si farà in tempo per le assunzioni 2018/19, Bussetti ha risposto: “No sicuramente no. I tempi per i concorsi sono molto più lunghi, ma inizieremo a farlo”.
Ma c’è dell’altro: non è affatto sicuro che i vincitori del prossimo concorso possano prendere posto il 1° settembre del 2020. Il bando, infatti, non sarà pubblicato a breve: d’altronde, spiega ancora la rivista specializzata, se l’obiettivo è quello di bandire concorsi solo nelle regioni con posti disponibili nel periodo di vigenza delle graduatorie, bisognerà attendere le assunzioni dell’estate 2019 per avere un quadro completo della situazione. Allo stesso tempo, andare oltre settembre (a condizioni invariate) potrebbe significare non fare in tempo per le assunzioni del 2020. Si sta vivendo una “situazione delicata, che coinvolge migliaia di docenti con servizio e neolaureati con i 24 CFU, in attesa di una nuova procedura di reclutamento”.
La certezza, al momento, è che il concorso per i docenti della scuola secondaria dovrebbe essere bandito entro il 2019, tuttavia non si potrà fare in tempo per le assunzioni a.s. 2019/20. E siccome non c’è alcuna volontà da parte del Miur di stabilizzare i precari storici con oltre 36 mesi di servizio svolto, a dispetto di quello che ci chiede l’Europa da 20 anni, tra qualche mese ne vedremo delle belle. Il risultato di tutto questo è presto detto: solo considerando i 40 mila pensionamenti, le 33 mila mancate immissioni in ruolo della scorsa estate e i 50 mila posti in deroga, si arriva ad oltre 120 mila supplenze annuali, in parte con scadenza 30 giugno 2020 ed in parte 31 agosto sempre 2020.
“Per il Ministero dell’Istruzione la soluzione a questo problema sarebbe stata a portata di mano – sottolinea Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – se avesse dato ascolto a quanto espresso pochi mesi dalla Corte di Giustizia Europea, la quale attraverso la decima Sezione Corte, con la sentenza C-331/17 Sciotto e richiamando la clausola 5 dell’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato del 18 marzo 1999 collegato alla direttiva 1999/70/CE del Consiglio, del 28 giugno dello stesso anno sull’accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro non di ruolo, ha ribadito che i Paesi membri non possano opporsi a tale indicazione. E che nemmeno possono discriminare determinate categoria di lavoratori”.
“Ecco perché l’Italia stavolta più che mai rischia di incassare una sanzione non indifferente da Bruxelles. Se a questo si aggiungono i tanti ricorsi risarcitori presentati in tribunale dai singoli docenti, che anche Anief patrocina, diventa ancora più incoerente la scelta del Miur di opporsi alla riapertura delle GaE e del doppio canale di reclutamento. Ancora di più perché i concorsi non andranno a sanare che una piccolissima parte degli oltre 100 mila precari già selezionati e abilitati all’insegnamento”.
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