Il Miur ha confermato lo stesso organico di diritto su sostegno dello scorso anno, ignorando così la recente sentenza del Tribunale amministrativo regionale che ha imposto al ministero di rivederne la consistenza in Sicilia. Lo stesso va fatto anche nel resto d’Italia. Anief avvia, quindi, il ricorso gratuito per ottenere la trasformazione dei posti in deroga su tutto il territorio nazionale. Adesioni entro il 18 aprile sul portale Anief per i docenti e scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. per le famiglie
Marcello Pacifico (Anief): La trasformazione di migliaia di posti in organico di diritto non è solo una battaglia per le immissioni in ruolo e per la mobilità dei docenti, ma soprattutto per il diritto degli studenti disabili e delle loro famiglie al sostegno e alla continuità didattica
Solo pochi mesi fa la sentenza n. 149/19 del TAR Lazio aveva dato ragione al giovane sindacato, stabilendo come il Miur abbia l'obbligo di attivare il numero di posti di sostegno in base alle effettive esigenze degli alunni disabili e debba rilevare con precisione il fabbisogno di docenti di sostegno su tutto il territorio nazionale per assicurare non solo il diritto all'istruzione e all'integrazione degli studenti con bisogni speciali, ma anche la continuità didattica attraverso un organico stabile e specializzato.
La nota 422 del 18 marzo sugli organici, però, è una doccia gelata sulle speranze degli studenti disabili di veder crescere il numero di docenti di sostegno stabilizzati. Secondo la nota, infatti, “resta invece invariato per questo anno il numero dei posti di potenziamento relativo all’anno precedente (48.812 posti), nonché il contingente dei posti di sostegno (100.080) - comprensivo del relativo potenziamento”.
Da Viale Trastevere, quindi, la decisione di tirare dritto nonostante la sentenza del TAR Lazio abbia già bocciato la prassi fino ad oggi utilizzata dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca di ricorrere in modo massivo ai cosiddetti posti in deroga che, a differenza dell’organico di diritto, fotografano una situazione che si vorrebbe eccezionale e transitoria, senza quindi riconoscerne la dimensione strutturale. Un artificio, quello dei posti in deroga, che per mere esigenze di cassa in questi anni ha legato l’organico di diritto di sostegno al numero di posti di sostegno attivati nell’anno scolastico 2006/07, ignorando così l’aumento costante delle iscrizioni di studenti disabili che da allora frequentano la scuola.
La situazione è critica in tutto il Paese, raggiungendo vette persino paradossali in Piemonte, dove l’organico di sostegno in deroga è addirittura superiore a quello di diritto. Nella sola provincia di Torino, all’inizio di quest’anno scolastico, sono stati attivati ben 2948 posti di sostegno in deroga a fronte di 2910 posti in organico di diritto (fonte: “I dati del sistema scuola della Città Metropolitana di Torino nell’anno scolastico 2018/2019”, UST Torino, 10 settembre 2018). Come dire che le esigenze strutturali su sostegno siano inferiori rispetto a quelle non strutturali, dato quanto meno bizzarro se si considera che nella stessa provincia il numero degli allievi disabili è costantemente aumentato dall’anno scolastico 2014/15 al 2018/19, passando da 6622 a 7740!
Un danno enorme in primo luogo per gli alunni disabili e per le loro famiglie, che non solo vedono spesso ridotto il numero di ore di sostegno assegnato ai loro figli, anche se con disabilità grave (su questo, ricordiamo, Anief ha da anni lanciato la campagna ‘https://next.anief.org/index.php%3Foption=com_content%26view=article%26id=20709%26Itemid=1279">Sostegno: non un‘ora di meno!’ per fornire assistenza legale gratuita alle famiglie e ottenere le ore negate) ma sono costrette a subire ogni anno il balletto dei supplenti, con grave compromissione del diritto alla continuità didattica che – è appena il caso di sottolineare – assume importanza cruciale soprattutto nella didattica di sostegno.
Ma a subire le conseguenze di questa situazione sono anche i docenti. Ricordiamo, infatti, che i trasferimenti dei docenti di ruolo e le assunzioni degli insegnanti precari possono avvenire solo sui posti vacanti e disponibili in organico di diritto e non sui posti in deroga. In sostanza, quindi, finché non viene riconosciuto il carattere strutturale di questi posti, su di essi si può solo lavorare con contratti a tempo. Una situazione grottesca e insostenibile se pensiamo alle migliaia di docenti, molti in possesso di specializzazione alla didattica di sostegno, costretti al precariato da anni in barba a qualsiasi norma nazionale ed europea, e ai docenti immobilizzati lontano da casa che non riescono a rientrare nelle province d’origine per mancanza di posti. Posti, in realtà, che ci sarebbero eccome, se non fossero resi indisponibili proprio dall’essere stati illegittimamente etichettati come ‘posti in deroga’.
“In ballo – ricorda Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – non ci sono solo migliaia di posti da trasformare in organico di diritto. Questa non è solo una battaglia per le immissioni in ruolo e per la mobilità dei docenti, ma soprattutto per il diritto degli studenti disabili e delle loro famiglie al sostegno e alla continuità didattica. È arrivato il momento di dire basta a questo malcostume e a riconoscere il diritto di tutti gli alunni ad una scuola inclusiva e accogliente. Per questo abbiamo messo in prima linea anche le nostre rsu con l’Operazione Verità nelle scuole, con cui intendiamo finalmente fare chiarezza proprio sugli organici”.
Dopo la sentenza sugli organici di sostegno siciliani, quindi, Anief adesso lancia il contenzioso per rivedere la distribuzione dei posti su tutto il territorio nazionale. Il ricorso è aperto sia ai docenti di sostegno (con o senza specializzazione) che abbiano prestato servizio per almeno due anni scolastici nella stessa scuola, che alle famiglie degli studenti che non possono contare su un docente di sostegno di ruolo nella propria classe. I docenti potranno aderire gratuitamente al ricorso sul portale Anief, da cui potranno anche scaricare la specifica diffida predisposta dal sindacato; le famiglie invece potranno aderire, sempre in via del tutto gratuita, scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Le adesioni al ricorso si chiuderanno il 18 aprile.
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