A Bergamo immettono in ruolo nuove maestre con riserva con diploma magistrale pur sapendo che le dovranno licenziare nei mesi a venire. E Anief conferma la volontà di sostenere il loro diritto nei tribunali del lavoro dopo aver superato l’anno di prova, mentre si attende il giudizio della Cassazione e del Consiglio d’Europa sull’incapacità dello Stato italiano di assumere i precari italiani. Pronta una mega iniziativa risarcitoria contro il Governo per ripagare i tanti supplenti degli abusi subiti
Non ha fine la tragica commedia di cui il Miur continua ad arruolare come attrici le maestre con diploma magistrale. Alcune di esse, prima di giugno, saranno immesse in ruolo con riserva, per pochi mesi, a Bergamo, mentre altre per la stessa ragione, il possesso del titolo, saranno licenziate per via della pronuncia dell’adunanza plenaria del consiglio di Stato, contraria a sette sentenze passate in giudicato dello stesso organo amministrativo. A distanza di alcune settimane dalla conferma da parte dell’adunanza plenaria del Consiglio di Stato sulla loro assurda incompatibilità con le GaE, migliaia di docenti, anche già assunti a tempo indeterminato e con anno di prova svolto, continuano ad essere estromessi da quelle graduatorie attraverso appositi depennamenti; nello stesso tempo, però, giunge notizia che in questi giorni vi sono maestri che stanno per essere assunti in ruolo, sempre con riserva. Nella fattispecie l’ufficio Scolastico di Bergamo ha completato le operazioni di immissione in ruolo per la primaria solo in questi giorni. Peccato che tra non molto potrebbero essere licenziati, a meno che altri organismi di giustizia, come la Cassazione o il Consiglio d’Europa, non rimettano tutto in discussione. Marcello Pacifico (Anief): Questo accanimento verso i diplomati magistrale è vergognoso. Se a settembre saranno vuote le cattedre, specie in diverse regioni del Nord, non sarà colpa della mancata regionalizzazione, ma dell’incapacità del Ministro Bussetti di affrontare una situazione a lui nota da tempo, da quando era ex-provveditore, e di cui dovrà trarne le conseguenze.
Certo, osserva Orizzonte Scuola, “i contratti a tempo indeterminato dei docenti inseriti con riserva “T saranno stipulati dai Dirigenti scolastici con la clausola “fermo restando l’effetto risolutivo connesso all’eventuale soccombenza che dovesse risultare all’esito del giudizio di merito”. Inoltre, “ai fini dell’assegnazione della sede di servizio i docenti individuati dovranno presentare la domanda di mobilità ai sensi del C.C.N.I. sottoscritto il 6-3-2019 e nei termini dell’O.M. n. 203 del 8-3-2019”.
Il parere di Marcello Pacifico, presidente Anief
“Forse ci si dimentica – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – che stiamo parlando di persone in carne e ossa, in molti casi ultra 40enni, con famiglia e figli. E con un progetto di vita da portare avanti. Come si fa a dire loro ‘ti assumiamo’ e poi riconvocarle per dire ‘torni a fare il supplente, forse a vita’. È un modo schizofrenico che non può e non deve essere accettato. Ma poi come si fa a dire in lingua italiana che un titolo è valido per insegnare da supplente e non da docente di ruolo?”
“E al Governo non ci vengano a dire che è stato sistemato tutto con il DDG n. 1456 del 9 novembre scorso, perché è vero che hanno attivato un concorso non selettivo limitato ad un colloquio, ma sappiamo bene che si tratta comunque di una procedura ristretta a chi detiene comunque un numero minimo di annualità di servizio alle spalle ed in ogni caso tutti gli idonei verranno collocati in liste di attesa che si prevedono lunghissime e non certo smaltibili sul breve periodo. Al Miur lo sanno bene, tanto è vero che da quel concorso è scomparso il numero di posti che andranno a ruolo, che invece nella bozza iniziale si fermava a poco più di 10 mila, quindi un decimo dei potenziali maestri interessati”.
Cosa possono fare i maestri danneggiati
Anief ribadisce, pertanto, anche in considerazione del nuovo aggiornamento che partirà a breve, l’impellente necessità di riaprire la GaE, di procedere per la stabilizzazione automatica di coloro che hanno già effettato 36 mesi di supplenze, di assegnare risarcimenti adeguati e di tutelare tutti i maestri con diploma magistrale già immessi in ruolo o che stanno per esserlo, come a Bergamo, ricorrendo al giudice del lavoro per palese violazione della normativa comunitaria.
Sulla questione, infine, si attendono i prossimi pareri della Corte di Cassazione, che proprio sui diplomati magistrale si è riunita il 12 marzo scorso, della Corte Costituzionale sulla legittimità del concorso straordinario bandito con DDG n. 85 del 1° febbraio 2018 per i docenti abilitati della scuola secondaria, che avrà ripercussioni sul primo ciclo; ma anche da parte del Consiglio d’Europa sul reclamo collettivo presentato da Anief sull’utilizzo reiterato dei contratti a termine anche laddove via siano tutte le condizioni per procedere all’immissione in ruolo automatica. Ad ogni modo, impugneremo ogni licenziamento di maestre che hanno superato l’anno di prova.
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