Anief, in attesa dell'imminente pubblicazione del decreto di aggiornamento delle Graduatorie a Esaurimento, affila le armi contro il Miur e annuncia nuovi ricorsi per la tutela di tutti gli abilitati illegittimamente esclusi dalle GaE. Marcello Pacifico (Anief): “Obiettivo della nuova azione giudiziaria è tutelare i diritti dei tanti docenti già inseriti con riserva in GaE e degli abilitati da sempre esclusi dal “doppio canale” di reclutamento. Chiederemo al TAR di rimettere gli atti alla Corte di Giustizia Europea in modo da ottenere una sentenza che dichiari l’inserimento nelle Graduatorie a Esaurimento unico vero strumento di prevenzione dell’abusiva reiterazione dei contratti a termine”
Le nuove azioni giudiziarie dello studio dell'ufficio legale Anief, pronte a partire non appena pubblicato il nuovo D.M., hanno come obiettivo la tutela dei docenti già inseriti con riserva nelle GaE al fine di assicurarne la permanenza, di quelli mai inseriti ma in possesso di un titolo abilitante conseguito anche con SFP, TFA, PAS, Diploma Magistrale, diploma ITP, di Conservatorio, Belle Arti e Danza o l'idoneità conseguita tramite partecipazione ai concorsi a cattedra.
I nuovi ricorsi
È necessario presentare domanda entro i termini stabiliti dal Miur utilizzando il modello cartaceo che sarà predisposto dai legali del giovane sindacato e seguendo le specifiche istruzioni che saranno messe a disposizione di tutti gli interessati, non appena avviate le procedure di aggiornamento. Possibile ricorrere anche per il Personale Educativo abilitato, in modo da ottenere l'inserimento in GaE per la Scuola Primaria e contro l'impossibilità di passare dalla IV alla III fascia GaE, nonostante le sentenze favorevoli già ottenute negli scorsi anni dall'Anief. Impugnata, anche, la tabella di valutazione dei titoli se non prevederà la valutazione delle abilitazioni conseguite tramite PAS/TFA o del servizio militare prestato non in costanza di nomina. Anche per i docenti cancellati a seguito di sentenze negative, o per quanti saranno impossibilitati a cambiare provincia perché inseriti in II o III fascia G.I., l'Ufficio Legale Anief predisporrà specifiche azioni legali. I nuovi ricorsi, necessari per agire tempestivamente contro il decreto Miur, saranno discussi dopo l'imminente pronuncia della Cassazione e dopo la decisione del Consiglio d’Europa sul reclamo collettivo Anief proposto sul precariato scolastico, attesa dopo il mese di settembre.
Specifica tutela e istruzioni mirate
I ricorrenti Anief già inseriti con riserva in GaE o che non hanno ancora ottenuto l'inserimento anche a seguito di provvedimenti favorevoli del Tribunale Amministrativo, inoltre, potranno beneficiare di una specifica tutela e di istruzioni mirate per poter proseguire l'azione già intrapresa negli scorsi anni con i legali del giovane sindacato in modo da rinnovare l'interesse ad agire anche nei confronti di questo nuovo decreto che aggiorna completamente le graduatorie e non decadere dall'azione legale già instaurata.
Le parole del presidente Pacifico
“Per i nostri ricorrenti – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – il nostro ufficio legale predisporrà ricorsi riservati per la corretta prosecuzione del contenzioso già attivato negli scorsi anni presso il TAR Lazio, in modo da impugnare ex novo il decreto di aggiornamento 2019/2021 e invieremo loro specifiche istruzioni sulla compilazione del modello online o cartaceo, a seconda dei casi, che saranno messe a loro disposizione dopo un attento studio di tutte le procedure di aggiornamento poste in essere dal Miur”.
Non appena pubblicato il Decreto di aggiornamento, dunque, Anief attiverà le adesioni ai nuovi ricorsi dando agli interessati precise istruzioni sulla compilazione del modello cartaceo e inviando a tutti i ricorrenti Anief che hanno già instaurato il contenzioso presso il TAR Lazio negli scorsi anni, le istruzioni riservate per la corretta tutela delle loro posizioni. “Sarà la CGUE – conclude Pacifico – a dire l'ultima parola sull'argomento e mettere la parola fine allo sfruttamento del precariato scolastico in Italia”.
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