In Commissione Cultura, il partito del Carroccio presenta una proposta di legge, a prima firma del deputato Rossano Sasso, perché vengano “fortemente inasprite le pene per chiunque usi violenze fisiche e verbali nei confronti degli insegnanti durante l'esercizio delle proprie funzioni”. Replica di Marcello Pacifico, presidente Anief: La soglia della tolleranza è stata superata, ma il problema è che troppo spesso non si rende pubblica la violenza subita, quasi sempre per evitare scandali e ritorni negativi d’immagine alla scuola. Eppure la Cassazione ha confermato il profilo di pubblico ufficiale per l’insegnante nell’esercizio delle sue funzioni.
Si allunga la lista delle aggressioni ai docenti: lo scorso anno scolastico è stato calcolato che ogni quattro giorni si era consumato un caso di violenza, a opera di genitori o studenti bulli. Pure nell’anno in corso, il numero di denunce non è stato da meno. Anche se manca un riscontro numerico, si può senza dubbio asserire che i casi diventati pubblici sono in aumento e la cadenza è purtroppo pressoché regolare.
GLI ULTIMI CASI
È di pochi giorni fa la notizia di una madre che ha aggredito la vicepreside di 63 anni di un istituto superiore di Lodi perché la figlia è stata sospesa, mandandola al pronto soccorso; ad aprile, a finire in ospedale, per mano dei genitori di un alunno, era stato un maestro di una scuola primaria di Melissano, in provincia di Lecce; nel modenese, un insegnante di Arte è stato “salvato” dalla furia di un genitore, durante i colloqui con le famiglie, dall’intervento di un altro docente e di un altre genitore presente. Sono di pochi mesi fa gli accadimenti di Gela, in provincia di Caltanissetta, dove un 37enne è evaso dagli arresti domiciliari per picchiare un professore di suo figlio ‘colpevole’ di averlo rimproverato in classe perché disturbava, mentre a Foggia il papà di un’alunna ha schiaffeggiato il vicepreside di una scuola media perché aveva rimproverato sua figlia. A scagliarsi contro i docenti sono però anche gli studenti, come è accaduto qualche settimana fa in un istituto tecnico di Feltre, dove gli allievi di una classe hanno organizzato un vero e proprio agguato a loro docente di Chimica nel laboratorio scolastico.
Il DDL DELLA LEGA PER INASPRIRE LE PENE
È di queste ore la notizia della presentazione in Commissione Cultura della Camera della presentazione, da parte di tutti i componenti della Lega, di una proposta di legge, a prima firma del deputato del Carroccio Rossano Sasso: nel ddl si prevede che vengano, dice l’on. Sasso, “fortemente inasprite le pene per chiunque usi violenze fisiche e verbali nei confronti degli insegnanti durante l'esercizio delle proprie funzioni”. Perché, continua il deputato, “è giunto il momento di dare un segnale forte in difesa degli insegnanti, ancora una volta picchiati, derisi e umiliati da alunni e genitori degli stessi. L'ultimo in ordine di tempo a Lodi, dove una docente è stata aggredita da un parente di un alunno che era stato sospeso. Dobbiamo restituire autorevolezza alla figura del professore. Tutti devono capire che la scuola è un luogo sacro, inviolabile, dove si formano i cittadini del domani e che non è più tollerabile sminuire, umiliare e picchiare un insegnante”.
MARCELLO PACIFICO (ANIEF): MAGGIORE SEVERITÀ, MA I GIUDICI HANNO GIÀ LE IDEE CHIARE
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ritiene che “si sia ormai superata la soglia della tolleranza. Ma non è il caso di rendere le norme più severe. Gli strumenti legislativi per agire da subito già esistono. E anche i giudici sembrano avere le idee chiare: per la Cassazione, infatti, un insegnante della scuola statale riveste il ruolo di pubblico ufficiale. Dunque usare violenza nei suoi confronti, mandandolo all’ospedale, è un atto grave e che merita di essere denunciato alla polizia giudiziaria, la quale provvederà, di volta in volta, a verificare come si sono svolti i fatti e, qualora fosse accertato l’intento dei genitori di colpire l’insegnante, di procedere con l’iter giudiziario di carattere penale”.
LA SENTENZA DELLA CASSAZIONE
Il riferimento del sindacalista autonomo è alla sentenza n. 15367/2014 della Corte di Cassazione che, con la sentenza, ha confermato il profilo di pubblico ufficiale per l’insegnante di scuola media nell’esercizio delle sue funzioni, anche al di fuori dalle lezioni: il ruolo di pubblico ufficiale, quindi, va esteso “alle connesse attività preparatorie, contestuali e successive, ivi compresi gli incontri dei genitori degli allievi” addebitando al genitore tutti gli elementi del reato commesso.
“È bene – continua Pacifico – che ogni scuola trasmetta con maggiore incisività quel senso civico e di rispetto verso i docenti che negli ultimi decenni si è andato sempre più spegnendo: ben venga in ritorno dell’educazione civica, anche se non certo con le modalità approvate in settimana dalla Camera, visto che di fatto non è stata aggiunta alcuna ora a quelle oggi svolte e nel testo approvata manca qualsiasi prospettiva più ampia che vada oltre i confini nazionali e conduca verso una coscienza eurounitaria”.
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