Le sentenze confermano la posizione del giovane sindacato: l’assegnazione automatica alle sedi, tramite un meccanismo automatico secretato, non ha garantito i diritti dei precari immessi in ruolo a centinaia di chilometri, peraltro in presenza di posti vicino casa. Marcello Pacifico (Anief): Dopo l’ammissione dell’errore da parte del Miur e la conferma dei giudici, urge una norma che faccia tornare i danneggiati nelle loro province. Anief conferma i ricorsi per far tornare quei docenti nella loro terra d’origine.
Anief lo ha sempre sostenuto: il piano straordinario di assunzioni dei docenti del 2015/16 introdotto dal Governo Renzi per combattere la supplentite, ha costretto decine di migliaia di precari ad essere immessi in ruolo fuori regione pur in presenza di posti nelle loro province, basandosi su un discutibilissimo meccanismo di assegnazione delle sedi. Nel 2017 lo ha confermato una perizia tecnica, che ha definito “Confuso, lacunoso, ampolloso, ridondante, elaborato in due linguaggi di programmazione differenti, di cui uno risalente alla preistoria dell’informatica, costruito su dati di input gestiti in maniera sbagliata”; qualche settimana fa lo ha ammesso, in un’intervista a Panorama il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti (“Sa quanto ho impiegato a capire che non funzionava?…. Dieci secondi”); nel frattempo, si accavallano i pronunciamenti giudiziari sulla richiesta di annullamento dei provvedimenti conclusivi della procedura di mobilità nazionale straordinaria di cui all’O.M. 241/2016.
IL PARERE DEI GIUDICI
Una delle ultime sentenze – scrive oggi Orizzonte Scuola - è quella del TAR Lazio del 19/04/2019 N. 05139/2019: i ricorrenti con l’atto introduttivo de giudizio chiedevano l’annullamento della procedura di mobilità descritta in ricorso relativa alla procedura di mobilità straordinaria di cui all’ordinanza ministeriale n. 241 dell’8.4.2016, con cui l’amministrazione disponeva il trasferimento dei ricorrenti in ambiti territoriali non richiesti o richiesti solo in via residuale. Questione analoga – continua la rivista - è stata definita dalla sezione con la decisione n. 9224/2018, che si ritiene in toto di richiamare e condividere. Nella stessa, in particolare, in accoglimento del ricorso si afferma che “dirimente si profila in punto di diritto l’argomento secondo cui è mancata nella fattispecie una vera e propria attività amministrativa, essendosi demandato ad un impersonale algoritmo lo svolgimento dell’intera procedura di assegnazione dei docenti alle sedi disponibili nell’organico dell’autonomia della scuola”.
LA MODESTA SOLUZIONE DEL MIUR
A fronte di un errore clamoroso, che ha segnato negativamente la vita personale e professionae di tantissimi precari, il Miur avrebbe dovuto adottare provvedimenti adeguati. Invece, da Viale Trastevere non si è voluti andare oltre a delle quote allargate sui trasferimenti fuori provincia dei docenti, introdotte con il contratto sottoscritto a dicembre sulla mobilità del personale: per l’anno scolastico 2019/20 sono stati previsti il 40 % di trasferimenti interprovinciali e il 10% di passaggi di ruolo; per il 2020/21, il 30% di trasferimenti interprovinciali e il 20% di passaggi; per il 2021/22, il 25% di trasferimenti interprovinciali e il 25% di passaggi”.
L’intervento modesto dell’amministrazione scolastica, che non è andata oltre l’adozione di percentuali risibili sui trasferimenti, ha portato il M5S, attraverso il primo firmatario Marilotti, ad avviare un’interrogazione: l’obiettivo è “chiedere al Ministro se intenda assumere urgenti iniziative al fine di consentire il rientro stabile nei luoghi di origine dei docenti del Sud che con la Buona Scuola hanno ottenuto il ruolo nelle province del Nord”. Lo stesso ministro dell’Istruzione Marco Bussetti ha del resto ammesso, commentando l’assegnazione sbagliata dei precari: “Non è ancora finita… ci vorranno tre anni”.
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE ANIEF
Secondo il presidente nazionale, Marcello Pacifico, “alla luce del palese errore amministrativo, confermati in tribunale, dalle perizie tecniche, ammesso ora anche dai vertici dirigenziali del Miur, l’unica soluzione è l’introduzione di una nuova norma, con effetto immediato, che preveda un nuovo trasferimento straordinario su tutto l'organico dell'autonomia. Ad agevolare la manovra è anche l’alto numero di posti vacanti e disponibili,
In attesa di una soluzione politica all’errore che ha segnato il destino di tanti insegnanti, Anief conferma il ricorso contro il mancato trasferimento nelle sedi richiesti proprio a seguito dell’errore dell’algoritmo del Miur nel 2016: per informazioni cliccare qui.
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