Grazie al provvedimento cautelare emanato d'urgenza dal TAR Lazio nelle scorse settimane, il Ministero dell'istruzione cede le armi e riapre le funzioni POLIS Istanze OnLine per consentire ai ricorrenti Anief, esclusi per la mancata valutazione del servizio svolto a tempo determinato, la presentazione on-line delle domande di partecipazione alla selezione del personale docente e ATA da destinare all'estero bandita con Decreto n. 2021/2019.
Con la nota n. 28859 dello scorso 20 giugno, il Miur cede le armi contro le ragioni patrocinate dal sindacato Anief che grazie alla competenza e professionalità degli Avvocati Francesca Marcone e Rodrigo Verticelli ottiene ragione in favore dei docenti in possesso dei requisiti utili richiesti dal bando (3 anni di servizio nel ruolo o nel profilo di appartenenza) computando, però, anche il servizio svolto prima dell'immissione in ruolo e con contratti a tempo determinato. Proprio qualche settimana fa, infatti, l'Anief aveva ottenuto ragione presso il TAR del Lazio che ha accolto in via cautelare e d'urgenza le richieste di partecipazione dei ricorrenti illegittimamente esclusi dal Bando emanato dal Miur nello scorso mese di gennaio. L'ammissione alla selezione del personale di ruolo da destinare nelle scuole italiane all'estero, infatti, era prevista purché il candidato fosse in possesso dell'ulteriore requisito di aver maturato un servizio effettivo, dopo il periodo di prova, di almeno tre anni nel ruolo di appartenenza, per i docenti, e nel profilo, per il personale ATA, escludendo illegittimamente la possibilità di computare nell'esperienza acquisita dal lavoratore il servizio svolto con contratti a tempo determinato.
“Con questa nuova e vincente azione giudiziaria – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - continuiamo ad avere ragione in tribunale quando ci impegniamo nella tutela del principio di equiparazione professionale tra servizio svolto a tempo determinato e servizio a tempo indeterminato; principio che ormai è entrato a far parte del diritto vivente del nostro ordinamento nazionale, peraltro richiamato da innumerevoli pronunce della Corte di Giustizia Europea, ma che il Ministero, pervicacemente quanto illegittimamente, continua a ignorare e disattendere”.