A poche settimane dall'inizio delle procedure di immissione in ruolo, l'Anief chiede al Miur una soluzione ad hoc in favore dei diplomati magistrale già immessi in ruolo con riserva in caso di nuova individuazione dalle Graduatorie di Merito Regionali del concorso 2016 e di quello straordinario bandito ex DDG n. 1456/2018 per poter essere non solo utilizzati, ma riconfermati nella stessa scuola di attuale titolarità. Marcello Pacifico (Anief): soluzione indispensabile per la continuità didattica e il rispetto dei diritti dei lavoratori.
Dopo la notizia dell'accordo raggiunto in Lombardia a seguito di contrattazione decentrata che permetterà ai docenti con diploma magistrale già immessi in ruolo con riserva di chiedere l'utilizzazione "sullo stesso posto, qualora individuati nuovamente in ruolo in base allo scorrimento delle graduatorie del concorso straordinario DDG n. 1456 del 7 novembre 2018", l'Anief chiede non solo che tale procedura sia immediatamente estesa a tutto il territorio nazionale attraverso le relative contrattazioni decentrate regionali o esplicite indicazioni ministeriali, ma che il Miur adotti al più presto una soluzione univoca che consenta al docenti con diploma magistrale immessi in ruolo "con riserva" di scegliere direttamente, in caso di nuova individuazione per l'immissione in ruolo sullo stesso grado di istruzione e tipo posto da graduatorie del concorso 2016 o di quello straordinario 2018, quale nuova sede di titolarità la propria attuale sede di servizio.
Con le nuove procedure di immissione in ruolo, infatti, i docenti della scuola infanzia e primaria dovranno scegliere una sede di titolarità che sarà la loro sede definitiva con "blocco" nella provincia per almeno un triennio; negare loro la possibilità di optare per la medesima sede di attuale titolarità – essendo il posto formalmente occupato dallo stesso docente e non disponibile per le immissioni in ruolo - creerebbe non poche problematiche. "La soluzione da noi proposta – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – non solo eviterebbe il rischio di "balletti" di docenti costretti a cambiare sede di servizio anche in corso d'anno, ma consentirebbe ai lavoratori una più serena gestione della propria vita lavorativa con conseguenze che possono solamente essere positive sull'attività didattica. Il Miur deve garantire non solo la continuità dell'azione didattica, ma anche la sua efficacia attraverso il pieno rispetto dei lavoratori".