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  5. Sostegno disabili, altro scandalo italiano: i posti vacanti vanno ai precari non abilitati mentre agli idonei viene negato l’accesso ai corsi di specializzazione

Sostegno disabili, altro scandalo italiano: i posti vacanti vanno ai precari non abilitati mentre agli idonei viene negato l’accesso ai corsi di specializzazione

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A fronte di ben oltre 50 mila cattedre di sostegno senza titolare, dopo avere organizzato una selezione per pochi posti e pure maldistribuiti, ora l’amministrazione scolastica centrale si permette il lusso di lasciare fuori dai corsi specializzanti circa 5 mila docenti reputati idonei, anche con votazioni d’eccellenza. Costringendo, a settembre, i dirigenti scolastici ad assegnare i tanti posti liberi a personale precario nemmeno abilitato all’insegnamento e spesso anche alla prima esperienza, con conseguente danno agli alunni con disabilità. Per questi motivi, Anief si è rivolta al Tar del Lazio, che ha chiesto al ministero dell’Istruzione l'istruttoria sul rispetto dei criteri di determinazione dei posti a numero chiuso.

Marcello Pacifico (Anief): “Risulta fondamentale incrementare il numero di accessi ai corsi di sostegno, prima di tutto per via dell’ampia disponibilità di cattedre vacanti. Ma, soprattutto, per dare giustizia ai 5 mila idonei Tfa sostegno, che dopo aver superate le selezioni – la preselettiva, lo scritto e l’orale – si ritrovano incredibilmente esclusi dai corsi specializzanti del quarto ciclo. Ancora di più perché sul sostegno siamo all’emergenza totale e presto tantissimi presidi saranno costretti ad assegnare diverse migliaia di cattedre a docenti precari non specializzati e nemmeno abilitati all’insegnamento. Non possiamo accettare che un comparto così importante della nostra scuola, che deve garantire il diritto allo studio degli alunni più ‘deboli’, sia travolto dall’inefficienza e dalla burocrazia: chiediamo al Miur, pertanto, che tutti coloro che sono risultati idonei al Tfa sostegno vengano collocati sin da subito all’interno dei corsi di specializzazione organizzati delle Università accreditate. In caso contrario, sarà ancora il tribunale a dire come fare perché ciò avvenga”.

 

 

Sul sostegno agli alunni disabili non ci siamo proprio. Tra poche settimane, il prossimo 1° settembre, entrerà in vigore il decreto legislativo n. 66/2017, conseguente alla Buona Scuola di Renzi, con le insufficienti modifiche realizzate dall’attuale Governo, sulle quali l’Anief si è espresso presentando ai parlamentari una serie di emendamenti ulteriori indispensabili: adeguare l’organico di fatto all’organico di diritto, inserire il tetto di 20 alunni per classe, potenziare l’organico Ata del 10%, stabilizzare l’organico addetto ai servizi di assistente all’autonomia e alla comunicazione, attribuire le ore di sostegno indicate nel Pei, garantire l’iscrizione all’ultimo anno della scuola secondaria, valutare il servizio pre-ruolo svolto su posti di sostegno nei vincoli relativi alla mobilità volontaria.

 

L’ESIGENZA DI AVERE DOCENTI SPECIALIZZATI

In attesa di una risposta dai deputati e senatori che stanno esaminando il testo da modificare, il ministro dell’Istruzione continua a pavoneggiarsi per aver previsto la specializzazione di 40 mila docenti in tre anni. Anche su questo fronte, Anief ha molto da ridire. Il primo ciclo di selezioni, riservato a 14.224 docenti e autorizzati con il decreto n. 92/2019, è risultato infatti del tutto fallimentare, sia dal punto di vista dell’impostazione generale che da quello organizzativo e dei numeri. Su quest’ultimo fronte, in particolare, considerando che vi sono ben oltre 50 mila cattedre prive di titolare e che gli attuali 280 mila alunni con disabilità risultano in progressivo aumento, il sindacato ha sempre reputato del tutto insufficienti i posti banditi per il primo ciclo Tfa sostegno: per questo motivo, si è rivolto al Tar del Lazio.

 

IL TAR CHIEDE SPIEGAZIONI AL MINISTERO

Nello specifico, il Tribunale amministrativo laziale, ha risposto sull’irrisorietà numerica dei posti banditi chiedendo al Miur l'istruttoria sul rispetto dei criteri di determinazione dei posti a numero chiuso. Il sindacato, inoltre, ha denunciato la pessima suddivisione dei pochi posti a livello regionale e l'assenza di una soglia ai test pre-selettivi oggettiva legata al raggiungimento della sufficienza. A proposito dello squilibrio nella distribuzione dei posti a livello regionale, è tutto dire che non si sia mosso solo il sindacato, ma anche diverse istituzioni: in Piemonte, ad esempio è intervenuto l’Assessorato regionale all’Istruzione, cercando di comprendere come mai, ha detto l’assessore regionale Gianna Pentenero, il numero complessivo di percorsi di specializzazione avviti nella regione è uguali a quelli attivati dagli atenei della Basilicata, regione con popolazione inferiore di otto volte a quella del Piemonte.

 

IL COMMENTO DEL PRESIDENTE ANIEF

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “non vi è alcun motivo valido per avere previsto così pochi posti e poi distribuito in modo pure improvvisato e maldestro. Al ministero dell’Istruzione non si sono resi conti che in tal modo si sta compromettendo la carriera di migliaia di docenti, la cu ammissione alla specializzazione viene incredibilmente sganciata dal merito, per essere legata alla casualità”.

“Perché con il sistema d’accesso assurdo creato dall’amministrazione, ci si è ritrovati dei candidati ammessi pur avendo conseguito appena la sufficienza ed altri respinti dopo avere superato brillantemente i test d’accesso riscontrando voti eccellenti. Ecco perché siamo ricorsi in tribunale e ora attendiamo con fiducia l'istruttoria richiesta dal Tar sul rispetto dei criteri di determinazione dei posti a numero chiuso”, conclude il presidente del sindacato autonomo. 

 

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12 Luglio 2019
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