Non sono cifre altissime, però anche il Governo del Cambiamento non ha saputo sottrarsi alla politica inflazionata dei tagli alla scuola: nel decreto di assestamento del bilancio dello Stato per l’anno finanziario 2019, approvato in Senato e adesso al vaglio della Camera, si conferma la “voce” sull’accantonamento e l’indisponibilità di 100 milioni di euro da sottrarre alla formazione e alla Conoscenza. Tra i settori che subiranno riduzioni di spesa figura soprattutto il primo ciclo, con riduzioni di spesa anche per le supplenze brevi della scuola materna.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “comunque la si giri, si continua a parlare di tagli e non investimenti, proseguendo la linea orientata al risparmio già contenuta nel Def che anticipa la legge di Bilancio di fine 2019, nella quale si prospettava la riduzione nel prossimo ventennio di investimenti rispetto al Pil, con il fondo che si toccherà nel 2040, quando si scenderà dal 3,9% al 3,1%. Tutto questo è particolarmente grave, perché gli investimenti medi nell’istruzione pubblica da parte dei Paesi dell’Ocse si aggira al 5%. La tendenza al ribasso, quindi, non si arresta. E diventa ancora più intollerabile quando si va ad indebolire un settore importantissimo come quello dell’infanzia, dove le supplenze anche solo per un giorno sono prioritarie”.
Sono diverse le voci che vedranno una riduzione delle risorse nel settore dell’Istruzione: secondo la rivista specializzata Orizzonte Scuola, si tratta dell’istruzione del primo ciclo (-12 milioni di euro), dell’istruzione del secondo ciclo (-4 milioni di euro), del reclutamento e aggiornamento dei dirigenti scolastici e del personale scolastico per l’istruzione (-13 milioni di euro); del diritto allo studio e sviluppo della formazione superiore (-31 milioni di euro). Riduzioni in arrivo anche per il sistema universitario e formazione post-universitaria (- 40 milioni di euro).
LE RIDUZIONI DI SPESA
Come se non bastasse, ci sono poi dei tagli già approvati, sempre nell’ambito del decreto di assestamento del bilancio dello Stato per il corrente anno solare. Tra questi, c’è la riduzione di oltre 14 milioni di euro del fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche del primo ciclo; un taglio di 8 milioni di euro delle risorse destinate alla carta del docente; la riduzione di 5 milioni di euro (su 13,5 milioni totali) delle risorse per le procedure di reclutamento del personale docente. Oltre a una riduzione di oltre 60 milioni di euro delle spese per supplenze brevi della scuola dell’infanzia.
SCUOLA SEMPRE PRESENTE TRA I TAGLI
L’impressione è che la Scuola sia sempre presente quando si tratta di ridurre le spese. Mentre è l’eterna assente quando si parla di investimenti. È accaduto anche qualche giorno fa con il sostegno, quando la stampa nazionale, andando ad esaminare gli allegati annessi alla Legge 145/18, ha calcolato che alla scuola pubblica si andranno a sottrarre ben 4 miliardi di finanziamenti”. Nell’occasione, la senatrice Bianca Laura Granato ha spiegato che “le spese messe a bilancio per il triennio sono solo quelle fisse, perché i posti in deroga su sostegno vengono contabilizzati di anno in anno”, pertanto in arrivo non ci sarebbe alcun taglio, ma “si correggono i danni fatti dalla Fedeli due anni fa”. Ora però i tagli riguardano altri settori. Urgono ulteriori spiegazioni.
PER APPROFONDIMENTI:
UNIVERSITÀ – Numero chiuso, crollo dei laureati e carenza di docenti
Eurostat conferma: Italia maglia nera per laureati dopo la Romania, un flop che parte da lontano