In base all’attuale legislazione pensionistica, Quota100 (possibilità di andare in pensione con almeno 62 anni di età e 38 anni di contributi versati) sarà in vigore fino al 2021. Ma, tra le ipotesi delle ultime ore, c’è quella della scadenza anticipata a fine 2020; Quota 100 dovrebbe interessare una platea inferiore a 50 mila persone
APE Sociale, Pensioni Precoci, Opzione Donna, che costeranno circa un paio di miliardi, non dovrebbero più essere rinnovate, ma sostituite da una riforma complessiva del sistema pensionistico che vada a risolvere, soprattutto, la questione dei contributi, poiché chi va, per intero, con il sistema contributivo ha difficoltà ad andare in pensione, con la conseguenza che potrebbe accedervi tra i 68 e i 70 anni di età.
Con la manovra 2019 si vorrebbero introdurre nuove possibilità, come quella dei 64 anni di età e 37 anni di contributi, oppure 67 anni tutti indicizzati.
Una nuova riforma dovrebbe puntare all’equiparazione di tutti, quindi a una nuova flessibilità in uscita basata sulle quote, con un minimo di età e di contributi, e all’aumento dei destinatari delle pensioni di vecchiaia e anticipate. Inoltre, servirebbe un’equiparazione per coloro che rischiano di andare in quiescenza con un assegno pensionistico modesto, nonostante il versamento di molti anni di contributi.
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