Si è svolto ieri pomeriggio, presso l'Aran, un nuovo incontro con i sindacati per la modifica dell'accordo sui servizi minimi essenziali da garantire durante gli scioperi per il comparto Istruzione e Ricerca, ma i presupposti per un buon esito delle trattative, non ci sono. Marcello Pacifico (Anief): “La necessità di ridefinire il concetto di servizi minimi essenziali da garantire in caso di sciopero non può essere intesa come occasione per limitare in modo così rilevante diritti tutelati dalla Costituzione e da norme eurounitarie. Anief ribadisce il proprio secco NO a un accordo che comprime non solo il diritto allo sciopero dei lavoratori, ma anche il diritto dei sindacati a indire azioni di astensione dal lavoro in tutto il corso dell'anno”.
Ieri si è svolto il nuovo incontro con i sindacati rappresentativi per le modifiche agli accordi per i servizi minimi essenziali da garantire nel nuovo comparto Istruzione e Ricerca durante gli scioperi. L'incontro ha visto la delegazione Anief composta dal Presidente Nazionale Marcello Pacifico e i delegati Chiara Cozzetto, Stefano Cavallini e Stefania La Mantia esprimere nuovamente un secco NO a modifiche eccessivamente restrittive. La novità, rispetto ai precedenti incontri, è la proposta di introduzione di un determinato numero di ore/giorni di sciopero da computare per singola classe, superato il quale – secondo la proposta di modifica – tutti i docenti di quella classe non potrebbero più aderire ad azioni di sciopero per l'intero anno scolastico, anche se non hanno mai esercitato in precedenza il proprio diritto allo sciopero. Nell’ambito dei servizi minimi essenziali da garantire in caso di sciopero, infatti, la nuova bozza di preintesa sottoposta ai sindacati riporta all'art 2, comma 2, lettera a2), la seguente previsione “istruzione e vigilanza sulla classe o sulle classi ove, nel corso di un anno scolastico, l'interruzione dell'attività didattica a causa di sciopero sia stata superiore a … giorni; a tal fine, 5 ore di interruzione si considerano convenzionalmente pari ad un giorno”.
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE ANIEF
“Ferme restando tutte le criticità che permangono e che avevamo già rilevato nei precedenti incontri - spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – la modifica della lettera a2), che prima segnalava solo l'onere di vigilanza da garantire in caso di sciopero e che illegittimamente comprendeva il personale docente per svolgere tale funzione, inesistente nel contratto di lavoro dei docenti, risulta peggiorativa e addirittura vorrebbe introdurre un arzigogolato computo del numero di ore di sciopero svolti all'interno della singola classe, da trasformare in giorni, con un tetto oltre il quale nessun lavoratore di quella classe potrebbe più aderire ad azioni di sciopero, neanche se non vi ha mai aderito nel corso dell'anno. In tal modo non solo si va a comprimere il diritto individuale del lavoratore ad astenersi dallo svolgimento dell'attività lavorativa aderendo ad azioni di sciopero che ritiene corrette, ma si lede il diritto di tutte le organizzazioni sindacali a indire azioni di sciopero nell'intero anno andando a violare, così, non solo la nostra Costituzione, ma anche la normativa Europea sui diritti sindacali”.
La delegazione Anief, dunque, ha ribadito il proprio dissenso e l'irricevibilità di proposte di modifica che risultano spropositate e immotivate rispetto al problema posto. “La nostra delegazione ha evidenziato come la validità dell'anno scolastico e la necessità di tutelare il conseguente diritto all'istruzione degli alunni – continua Pacifico - non è mai stata neanche intaccata dall'esercizio del diritto allo sciopero dei lavoratori svolto secondo le regole tutt'ora vigenti, sin da quando esiste la nostra Repubblica. Non si capisce per quale motivo una problematica, in realtà inesistente, dovrebbe adesso modificare in modo così rilevante e restrittivo le prerogative di sciopero sia del singolo lavoratore, sia dei sindacati”. Il prossimo incontro è previsto all'incirca tra tre settimana e l'esito delle trattative dovrebbe concludersi al massimo entro marzo, ma i presupposti per un accordo, non sembrano esserci. “Per il nostro sindacato non ci sono dubbi sull'irricevibilità di queste modifiche – conclude il presidente Anief – e abbiamo evidenziato con fermezza che la regolamentazione attuale prevede già un limite che si riferisce al singolo lavoratore ed è l'unico oggettivamente possibile e da confermare per non ledere altri diritti fondamentali di lavoratori e sindacati. Gli scioperi, anche quelli brevi, infatti, non possono superare per le attività di insegnamento e per le attività connesse con il funzionamento della scuola nel corso di ciascun anno scolastico il limite di 40 ore individuali, equivalenti a 8 giorni per anno scolastico, nelle scuole infanzia e primaria e di 60 ore annue individuali, cioè 12 giorni, negli altri ordini e gradi di istruzione. A noi questo sembra già sufficiente per un corretto bilanciamento tra diritto all'istruzione e diritti dei lavoratori e dei sindacati a manifestare liberamente attraverso l'astensione dal lavoro”.