Dopo le incessanti richieste inviate dall'Anief, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ha inviato una comunicazione, la n. 40112 del 5 marzo 2020, alle sedi delle scuole italiane all'estero, dando finalmente e per la prima volta indicazioni da seguire in questo momento di emergenza sanitaria da CoVid-19. Si registra, però, l'evidenza che l’ufficio V si è limitato a elencare una serie di norme e inviti, ma non ha risposto alle aspettative del nostro sindacato e a tutti gli interrogativi. Marcello Pacifico (Anief): “Nel messaggio non c’è nulla di risolutivo, nessun provvedimento finalizzato a definire le tante questioni aperte per la tutela della salute del personale scolastico italiano in servizio all'estero”
Le disposizioni ultime del MAECI, e le conseguenti iniziative attuate da consolati e ambasciate a tutela del personale in servizio presso i loro uffici, continuano a trattare differentemente i dipendenti in servizio presso i consolati e le ambasciate e il personale scolastico. Molti uffici consolari e alcune ambasciate, seguendo le indicazioni del MAECI, infatti, hanno attivato procedure atte a tutelare la salute dei loro dipendenti, attraverso azioni finalizzate a diminuire e contrastare la possibilità di contagio di chi lavora presso questi uffici: ridotto l’orario di lavoro, il flusso degli utenti e attivato lo smart working. Nulla di tutto ciò sta avvenendo per i docenti in servizio nelle sedi italiane all'estero.
Non è per nulla chiaro, ad esempio, dalla comunicazione del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, cosa accadrà ai docenti in servizio nelle sedi che verranno chiuse qualora non si possano attivare modalità di didattica a distanza. Unica nota positiva nel messaggio è la possibilità di attivare la didattica a distanza qualora le scuole e le università degli Stati ospitanti chiudano. Anief, pertanto, ribadisce la richiesta di immediati chiarimenti e di un intervento forte volto all'applicazione dell’articolo 186 del DPR 18/67 e delle norme sull’assenza dal lavoro per causa di forza maggiore. “Le scuole devono rispettare le disposizioni dei Paesi ospiti – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - ma la tutela della salute costituzionalmente garantita non può avere confini per i nostri lavoratori e temiamo che si metta a forte rischio la salute del personale italiano che si trova a svolgere il ruolo fondamentale di diffusione e trasmissione della lingua e della cultura italiana negli altri Paesi. Mentre in Italia siamo chiamati ad un sacrificio collettivo per tutelare la nostra e l’altrui salute senza alcuna distinzione – continua il presidente Anief - ci aspettavamo e chiediamo una presa di posizione più forte dal MAECI a tutela anche di questi lavoratori”.
La comunicazione del MAECI è un insieme di consigli, inviti e suggerimenti che non risolvono alcun problema, dunque, e il sindacato Anief assicura che continuerà a impegnarsi per la tutela dei diritti e della salute di tutto il personale scolastico, a prescindere che sia in servizio in Italia o all’estero.