Il premier, Giuseppe Conte, annuncia l’erogazione ai comuni di 4,3 miliardi con anticipo del fondo di solidarietà comunale rispetto alla scadenza ordinaria di maggio. Con apposita ordinanza della Protezione Civile, verranno disposti ulteriori 400 milioni per i comuni da utilizzare in buoni spesa o derrate alimentari. Il premier ricorda la necessità di adottare questo provvedimento di alto impatto e urgenza sociale, affermando che al dolore psicologico, alla sofferenza dei cittadini si affianca per molti di essi la difficoltà a reperire generi alimentari e beni di prima necessità per difficoltà economiche. Dunque, lo sguardo è rivolto a una “comunità nazionale sofferente” e l’intento è creare una catena di solidarietà per raggiungere chi vive difficoltà personali
Un ringraziamento particolare al Presidente Tridico, con l’auspicio che i tempi della burocrazia possano essere azzerati, affinché entro la metà di aprile i cittadini possano beneficiare delle prestazioni Inps già definite nel Decreto Cura Italia. Il Ministro all’economia Gualtieri ricorda che nessuno sarà lasciato solo, ringrazia l’ANCI e il Presidente De Caro per la collaborazione.
Le risorse saranno affidate ai comuni, in quanto i sindaci hanno un contatto immediato con le comunità e i cittadini, coinvolgendo i servizi sociali; le associazioni del terzo settore possono individuare nelle proprie comunità chi vive un momento di disagio economico e attivare le procedure necessarie.
Spetta ai sindaci infine definire le modalità e i criteri per assegnare i buoni spesa o le derrate alimentari; si ricorda che chi è precettore di reddito di cittadinanza non può beneficiare anche di questa ulteriore misura di intervento straordinario.
Il Dcpm prevede la suddivisione ai comuni con popolazione fino a 5 mila abitanti di un contributo non inferiore ai 20.000 euro; ai comuni fino a 30 mila abitanti un contributo di 50.000 euro; ai comuni con popolazione da 30 mila abitanti a 69mila abitanti un contributo di 80mila euro; ai comuni capoluogo di provincia e di regione un contributo di 150mila euro. Il massimo del riparto economico da disporre per ogni nucleo familiare è di 300 euro una tantum, da assegnare in buoni spesa o derrate alimentari. Il sindaco, con apposita ordinanza, darà mandato agli uffici preposti di individuare la platea dei beneficiari più esposti a situazioni di deprivazione economica.
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