Ecco la nota che chiarisce i punti dell’ultimo DPCM del 18 ottobre. Anief invita i propri rappresentanti sindacali a vigilare su quanto potrebbe essere deliberato dagli enti locali in assenza di un piano sussidiario di potenziamento dei trasporti in fasce orarie diverse da quelle canoniche e nel rispetto della progettazione didattica di ogni istituto e dei diritti dei genitori lavoratori. La scuola viene prima dei trasporti.
Questa la formula presente nella nota come riportata da Orizzonte Scuola: si possono fare diversi piani di rientro e aprire le scuole non prima delle nove ma soltanto “previa comunicazione al Ministero dell’istruzione da parte delle autorità regionali, locali o sanitarie delle situazioni critiche e di particolare rischio riferite agli specifici contesti territoriali” e segnalata dai tavoli regionali.
“Il Ministero ci chiede, attraverso le nostre ramificazioni territoriali – commenta Marcello Pacifico, Presidente Nazionale Anief – di far comprendere e accettare le indicazioni governative e ministeriali in considerazione del periodo difficile che stiamo vivendo. Noi ci faremo sentire ai tavoli regionali per evitare che scelte insensate penalizzino gli studenti sui tempi di apprendimento, le famiglie sul lavoro e l’autonomia degli istituti. Se vogliamo evitare la diffusione del virus dobbiamo rispettare il distanziamento sociale fuori le aule e non soltanto in classe”.
I segretari generali Stefano Cavallini e Giovanni Portuesi hanno composto la delegazione ANIEF all’incontro in videoconferenza convocato ad horas questo pomeriggio.
In rappresentanza del Ministero dell’Istruzione sono intervenuti il dott. M. Brusci e la dott.ssa M. Novelli che hanno precisato come il DPCM non interviene sul primo grado dell’istruzione, cioè sull’infanzia e primaria. Specifiche indicazioni vengono date solo per il secondo grado dell’istruzione e solo al verificarsi di situazioni di rischio e previa comunicazione al MI da parte dei Tavoli regionali istituiti presso ciascun USR che avranno funzioni di raccordo.
Pertanto la possibilità di turni pomeridiani o di entrate a scuola dopo le 9 per la secondaria rimangono una alternativa e non un obbligo da adottarsi dopo comunicazione al ministero da parte dell’autorità regionali e locali delle situazioni critiche riguardanti esclusivamente specifici contesti territoriali. Quindi, specificano dal ministero, non sono disposizioni di carattere generale ma particolari che riguarderanno casi documentati di situazioni critiche.
L’Anief per il tramite dei suoi delegati ha rappresentato i problemi dell’entrata alle 9 del mattina e dei turni pomeridiani della secondaria. Se non accompagnati da un’adeguata organizzazione congiunta con le aziende di trasporto locale, tali disposizioni comporterebbero dei pericoli non indifferenti. Il giovane sindacato ha pertanto chiesto al MI e al Governo di fare forti pressioni sulle regioni per l’organizzazione puntuale del servizio di trasporto pubblico locale affinchè non sia la scuola a pagare il prezzo dell’inefficienza con il sacrificio di ore di lezione per gli alunni delle superiori.
“Nelle realtà non urbane italiane e in certe zone d’Italia – continua Marcello Pacifico – i trasporti sono ridotti, anche con sole singole corse. Inutile far entrare alle 9 i ragazzi se un unico trasporto disponibile arriva alle 8 di mattina. Ci sarebbe il rischio di un possibile assembramento davanti gli istituti aspettando l’apertura alle 9”.
Non vengono toccate dalla nota, come dal DPCM, se non marginalmente, altre questioni cogenti che resteranno aperte come la DDI, soprattutto per alunni BES o con handicap.
“Ci è stato assicurato l’apertura a breve di una sessione contrattuale sullo specifico tema della DDI, la Didattica Digitale Integrata – commenta Giovanni Portuesi, Segretario Generale Anief – che permetterà di dare chiarezza a questa tipologia di didattica non ancora contrattualizzata senza che le singole scuole e alcuni Dirigenti Scolastici impongano delle direttive inadeguate e non supportate normativamente”.
Rimangono ancora aperte le questioni sulle realtà convittuali mentre sulle elezioni degli organi collegiali il MI ha assicurato che potranno svolgersi “a distanza” attraverso modalità telematica la cui scelta è lasciata alle singole scuole.
L’incontro ha potuto permettere anche digressione sull’espletamento del concorso straordinario, sulla necessità di un rinvio delle prove o di prove selettive per i candidati in isolamento fiduciario.
“Tutto si sta facendo per cercare di contenere la diffusione della pandemia – commenta infine Stefano Cavallini, Segretario Generale Anief e Presidente Regionale Anief Campania, regione al momento tra le più colpite dalla seconda ondata della pandemia– Non prevedere un differimento delle date del concorso straordinario ma concentrare in regioni come Campania o Lombardia le prove anche di candidati di altre regioni, non ci sembra il modo migliore di evitare assembramenti e scongiurare focolai. Sarebbe opportuno da parte del ministero differire le date per poter partecipare al concorso con più sicurezza.
Per il presidente Anief, è arrivato il momento di trasformare il concorso straordinario in un concorso per titoli per graduare le posizioni di tutti i partecipanti e assumerli finalmente nei ruoli.