Con la pubblicazione del decreto “agostano”, n. 104 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 14 agosto scorso correlato alle situazioni emergenziali Covid, si era disposto che al personale Ata amministrativo, tecnico e ausiliario non sarebbe stato più possibile svolgere lavoro “agile”, come era invece previsto nel decreto legge del 19 maggio 2020, n. 34 all’art. 263. Già dagli inizi di settembre, si era pronunciato il presidente nazionale Anief, prof. Marcello Pacifico, spiegando che “se il decreto 104 non fosse stato modificato, non solo non si sarebbe tutelata la salute dei lavoratori, diritto imprescindibile sancito dalla Costituzione della Repubblica Italiana, ma non si sarebbe nemmeno garantito il diritto al lavoro, anch’esso sancito dalla medesima carta costituzionale"
Alla luce di ciò, dopo quasi più di un mese e mezzo, pochi giorni fa è stato firmato dal Ministro Dadone il decreto ministeriale sullo smart working alla luce dei Dpcm del 13 e 18 ottobre.
Nel comparto scuola, i destinatari di tale provvedimento sono il personale ATA nella figura dei DSGA, assistenti amministrativi, assistenti tecnici, il personale docente mediante la didattica digitale integrata (DDI).
Ci sarebbe da ritenersi molto soddisfatti del provvedimento, se non si tenesse conto di quanto approvato di converso con l’art.32 della Legge 126 del 13/10/2020 (di conversione del DL 104/2020), che ha previsto per le istituzioni scolastiche il ricorso al lavoro agile solo in caso di sospensione delle attività didattiche o solo per il personale scolastico versante in situazioni particolari, come i lavoratori fragili.
Per l'ennesima volta, ci troviamo di fronte a una grande pluralità di interrogativi, ai quali purtroppo non si riesce a trovare una risposta chiara e soddisfacente. Quali sarebbero i criteri per i Dirigenti Scolastici ad autorizzare un assistente amministrativo o un assistente tecnico alla richiesta di Smart working oppure no? Quali sarebbero i criteri di scelta? Chi avrebbe la precedenza? Perché per tutti i comparti della pubblica amministrazione il lavoro agile risulterebbe autorizzato nella misura almeno del 50% e per le istituzioni scolastiche ciò avverrebbe solo per le circostanze sopracitate? Questi e tanti altri i dubbi che Anief ha sollevato e continua a sollevare per il Personale ATA.
L’Anief auspica che al più presto sia fatta chiarezza definitivamente sul destino di migliaia di collaboratori scolastici per l'annullamento della clausola rescissoria sui Contratti Covid, che continua ad alimentare dubbi interpretativi e incertezze, sia alle segreterie che al personale coinvolto.