Anief ritiene che sia utile, se non indispensabile, prima di procedere alla revisione del contingente per il 2021/22, avviare una discussione su quali siano le intenzioni del Maeci riguardo alla scuola Italiana di Asmara. Marcello Pacifico (Anief): Appare ovvio che dal destino della scuola di Asmara dipende la definizione e la determinazione del contingente scolastico 2021/22
Se il Ministero degli Affari Esteri Italiano, come noi auspichiamo fortemente, ritiene ancora in campo la possibilità che la scuola di Asmara riapra i battenti, questo significa in primis che le 13 unità di personale scolastico, attualmente presenti nel contingente 2020/21, dovranno rimanere congelate anche nel contingente 2021/22.
Ad ogni buon conto Anief ritiene che se la scuola italiana di Asmara riaprisse questo non avverrebbe certamente prima del 2022/23. Ad oggi ci risulta che tutte le scuole eritree in Eritrea siano ancora chiuse e non ci sono segnali che possano far pensare a una loro apertura imminente, ragion per cui nel definire il contingente scolastico per il 2021/22 si dovrà necessariamente tenere conto del fatto che non potranno essere previste cattedre aggiuntive presso la scuola italiana di Asmara, oltre il numero delle 13 attualmente congelate.
Qualora il Ministero degli Affari Esteri italiano decidesse di non lottare più per la riapertura della scuola di Asmara, eventualità che Anief ritiene sia da scongiurare, allora sarebbe necessario non solo "affinare" (come scrive la consigliera Setta nel messaggio alle sedi del 29 gennaio 2020) le scelte operate con il contingente 2020/21, ma anche istituire 13 nuove cattedre in altrettante nuove sedi. Operazione questa da fare con estremo raziocinio al fine di assicurare che i soldi dei contribuenti italiani, spesi in questo fondamentale segmento della promozione della lingua e della cultura italiana nel mondo, abbiano una ricaduta importante e adeguata in termini di qualità, di miglioramento dei rapporti diplomatici con gli altri Paesi e di ritorno economico per l’Italia.
Anief auspica che il Ministero prenda la decisione giusta e in tempi brevi sulla scuola di Asmara, al fine di evitare scelte affrettate e poco funzionali alle finalità stesse che stanno alla base dell'esistenza del contingente scolastico italiano all'estero.
Da chiarire preventivamente c'è anche il destino dei nuovi posti di contingente istituiti lo scorso anno in varie scuole italiane all’estero, per via della chiusura della scuola di Asmara, che potrebbero non trovare riconferma se riferite alle indicazioni contenute nel messaggio dell'Ufficio V alle sedi, in termini di parametri da rispettare per la determinazione del contingente delle varie scuole.
Un ragionamento complessivo e di ampio respiro va fatto anche per i corsi di lingua italiana all’estero previsti dall’articolo 10 del d.lgs 64/17. In quest’ottica è fondamentale cercare strategie di lunga prospettiva per il rilancio della promozione della lingua e della cultura italiana in Europa e nel mondo. Il rilancio della funzione dei corsi integrati passa dal rendere efficace e interessante per l’utenza l’offerta fornita. Sicuramente garantire percorsi di apprendimento della nostra lingua che vadano dalla primaria alla secondaria di secondo grado risponde a questo importante obiettivo.
Anief crede che sia necessario anche chiedere alle scuole che “ospitano o intendono ospitare” corsi di lingua italiana un impegno temporale di almeno tre anni scolastici, due ore settimanali per classe alla primaria e 3 ore settimanali alla secondaria di primo e secondo grado.
Va ricercato e privilegiato con costanza e perseveranza, da parte dei dirigenti scolastici, il rapporto con quelle realtà scolastiche che vogliono seriamente investire sulla nostra lingua come componente importante del loro curricolo e della loro offerta formativa, anche attraverso la previsione del voto in lingua italiana e una partecipazione più attiva e riconosciuta dei docenti italiani alla vita delle scuole nelle quali operano. Su questi aspetti il Ministero deve fornire indicazioni operative chiare e cogenti ai dirigenti scolastici che operano negli uffici scolastici consolari. La promozione della nostra lingua all’estero va sì fatta dentro ma anche e soprattutto fuori dagli uffici consolari.
Non è più il momento di puntare alla conservazione dell'esistente, l'economia e la politica evolvono in Italia e all'estero con estrema rapidità, bisogna avere il coraggio da un lato di preservare le cose positive esistenti e dall'altro di rilanciare finalmente anche questo settore, che ha bisogno di scelte innovative, coerenti con i tempi, competenti e illuminate, capaci di rilanciare un settore che si presenta oggi molto in affanno.
Serve un forte investimento in termini di idee supportato da un altrettanto importante intervento economico. Serve una profonda riforma del d.lgs 64/17, non servono più gli interventi di tipo estemporaneo che di tanto in tanto vengono messe in essere da vari governi, non servono interventi discutibilissimi e di cortissimo respiro come quello operato con la finanziaria 2021, che ha visto approvare un emendamento, a firma Tuzi, sbagliato e che non risolve niente.
Anief chiede a gran voce una riforma vera del settore, chiede che attraverso i fondi del cosiddetto Recovery fund si torni a credere e investire in questo settore della diplomazia culturale del nostro Paese, con cospicui aumenti degli stanziamenti economici per aprire nuove scuole statali italiane all’estero in quelle realtà dove forte è la richiesta di lingua italiana e di scuola italiana, di aumentare il contingente e utilizzarlo meglio.