Ieri, si è aggiornato l’incontro sulla bozza dell’Ordinanza Ministeriale che regola le operazioni di mobilità territoriale e professionale del personale docente, ATA e educativo. Scontri sul vincolo quinquennale di permanenza per i neoimmessi in ruolo. “Che il vincolo sia iniquo e ingiusto è palese per ovvi motivi – commenta Marcello Pacifico, Presidente Nazionale Anief – stupisce che le organizzazioni sindacali firmatarie del contratto non abbiano pensato di riaprire anche il Contratto Collettivo Nazionale sulla mobilità per annullare anche il vincolo triennale”
Sono in corso gli incontri interlocutori con il ministero sui contenuti della nuova ordinanza della mobilità per l’anno scolastico 2021/22.
Nonostante il rinvio della discussione finale sui contenuti della bozza pervenuta al 1 marzo, cosi come anticipato dalla stampa specializzata, la delegazione Anief composta dai segretari generali Stefano Cavallini e Gianmauro Nonnis ha espresso numerose criticità legate alle norme introdotte in materia sia per via legislativa che per via contrattuale: in particolare sul vincolo quinquennale, introdotto per la prima volta dalla legge 106 del 2011 e subito contestato dall’ANIEF, che da quest’anno coinvolge tutto il personale docente neoassunto e che solo recentemente e tardivamente ha visto partecipare alla protesta dal mondo del lavoro le altre sigle sindacali di comparto.
Si tratta di una norma iniqua che verte a trattare diversamente docenti assunti dallo stesso canale sapendo che la differenza di trattamento è dovuta semplicemente all’anno in cui si viene assunti: “un docente assunto quest’anno ha un trattamento diverso dal docente assunto l’anno precedente. Questa norma è già stata applicata con notevoli ripercussioni sul benessere lavorativo ai neoassunti dal concorso straordinario 2018 della secondaria - ha commentato Stefano Cavallini - Adesso lo stesso trattamento viene riservato a tutti i neoassunti indipendentemente dall’ordine di scuola o dal canale di reclutamento”.
Il vincolo non si applica solo ai beneficiari delle leggi speciali in materia, ad esempio per l’applicazione della legge 104/92, o della ex legge Cirielli sul ricongiungimento al coniuge militare trasferito d’ufficio, ed ha efficacia anche sulla mobilità annuale, negando in questo modo il diritto alla famiglia.
“Si tratta di un vincolo privo di logica - commenta Gianmauro Nonnis - un vincolo così forte assume solo un carattere punitivo per l’accettazione del ruolo e non è un caso che per il terzo anno di fila le immissioni in ruolo effettivamente attribuite sono molte meno rispetto al numero indicato dal ministero. I colleghi preferiscono rifiutare il ruolo e lavorare da precari vicino casa, che non stabilizzare la propria posizione lavorativa ma a patto di rinunciare alla famiglia”.
“Occorre pensare - conclude Marcello Pacifico - che l’età media dei neoassunti è tra i 40 e i 50 anni, in una fascia d’età in cui si ha responsabilità sia per verso i propri congiunti anziani, sia verso la propria famiglia. Non è ammissibile che dopo anni di precariato nelle stesse discipline e spesso negli stessi istituti i posti occupati vengano lasciati per andare a prendere il ruolo altrove sapendo che altri precari prenderanno quei posti. Tutto ciò deve finire! Il CES ha dato indicazioni chiare, dopo 36 mesi di servizio si deve essere stabilizzati e per l’ANIEF si deve essere stabilizzati negli stessi posti occupati per 36 mesi; ma tutto inizia dall’eliminare un vincolo che con le pretese di continuità didattica per cui è stato creato non ha niente a che vedere”.
La delegazione ha posto altri rilievi rispetto all’argomento mobilità: le tempistiche di pubblicazione dei movimenti previsti per fine maggio con il relativo rischio di non avere tutti i posti dei pensionamenti liberi per tale data e la mancanza di un controllo che non sia a campione sulle domande.