Il nuovo Decreto Covid varato oggi dal Governo Draghi contiene un’annunciata ma non meno importante novità per la Scuola: dal 7 al 30 aprile tornano a fare lezione in presenza, anche in zona rossa, gli alunni dell’infanzia, della primaria e delle classi prime della secondaria di primo grado. Seconde e terze medie e studenti delle superiori, invece, rimarranno in DaD solo in zona rossa, mentre in zona gialla e arancione rientreranno integralmente in presenza al primo grado, almeno al 50% al secondo. Scatta il divieto di deroga per le Regioni che, da oggi, non potranno più decidere autonomamente di lasciare a casa gli studenti fino alla prima media.
Marcello Pacifico (ANIEF): "Riaprire le scuole prima di aver completato la vaccinazione di tutto il personale docente e non docente è un errore, serve cautela per garantire la salute del personale scolastico, degli alunni e delle loro famiglie. Bene, invece, la decisione di mettere un freno alle fughe in avanti delle Regioni sulla Scuola, ma si doveva estendere il divieto di deroga a tutti i gradi".
Dal 7 al 30 aprile torneranno in classe gli alunni della scuola dell’infanzia, quelli della primaria e gli studenti delle prime medie. Sempre, anche in zona rossa. Con buona pace dei presidenti delle Regioni che stavolta – a meno di ricorsi alla Corte Costituzionale - non potranno più emanare ordinanze in deroga per tornare alla DaD. Il decreto prevede lezioni a distanza solo per seconde e terze medie e studenti delle superiori nelle zone rosse. In zona gialla e arancione, invece, tutti in classe al primo grado, almeno al 50% (ma non oltre il 75%) al secondo grado. Su questi aspetti, però, c’è da dire che il decreto Covid di aprile non vieta eventuali deviazioni a livello regionale.
ANIEF non è d’accordo con la decisione di far tornare in presenza gli alunni più piccoli mentre è ancora in corso la campagna vaccinale. Per Marcello Pacifico, leader del sindacato autonomo, “è un errore riaprire le scuole prima di aver completato la vaccinazione di tutto il personale docente e non docente. Serve ancora molta cautela per garantire la salute del personale scolastico, degli alunni e delle loro famiglie”.
Importante passo avanti, invece, la decisione di mettere finalmente un freno ai presidenti delle Regioni che, in questi mesi, ci avevano ormai abituato alle decisioni più disparate su chi, quando e addirittura come (si pensi al caso delle lezioni “on demand” in Puglia) fare lezione a distanza. “Era ora – afferma Marcello Pacifico – che si desse lo stop alle fughe in avanti delle Regioni sulla Scuola. Tuttavia su questo serviva più coraggio per estendere il divieto di deroga anche alle altre situazioni previste dal decreto per le classi seconde e terze del primo grado e per gli studenti delle superiori, sui quali le Regioni potrebbero ancora muoversi in modo diverso rispetto a quanto indicato dal Governo nazionale. La Scuola italiana deve essere una e indivisibile come la Repubblica”.