Dichiarati Inammissibili tutti gli emendamenti, riguardanti gli insegnanti di religione cattolica e il loro concorso, che erano stati presentati da diverse parti politiche al DL Sostegni-bis. Il manifesto unitario rappresenta un primo momento di protesta condiviso da parte dei sindacati, affinché non venga meno l’attenzione
Dichiarati Inammissibili tutti gli emendamenti, riguardanti gli insegnanti di religione cattolica e il loro concorso, che erano stati presentati da diverse parti politiche al DL Sostegni-bis. Le organizzazioni sindacali firmatarie del Patto per la scuola si sono riunite nella mattina di giovedì 17 giugno 2021 per concordare un’azione comune e chiedere congiuntamente una risposta concreta alle istanze degli oltre 15mila docenti di religione cattolica precari. Presenti i rappresentanti sindacali per gli insegnanti di religione cattolica delle sigle sindacali FLC CGIL, CISL FSUR, UIL Scuola RUA, SNALS CONFSAL e ANIEF.
Le richieste comuni riguardano, in particolare, la stabilizzazione dei precari di religione con almeno 36 mesi di servizio. Le organizzazioni sindacali chiedono per questi precari un concorso straordinario riservato nel 2021 che porti alla formazione di una graduatoria a scorrimento fino al suo completo esaurimento. Viene inoltre ribadita, ancora una volta, anche la necessità dello scorrimento totale della graduatoria idonei del 2004.
Manuela Pascarella della FLC CGIL sottolinea: “Bisogna riconoscere un percorso di stabilizzazione per i docenti precari di religione cattolica, in analogia con gli altri colleghi. Parliamo di insegnanti che in alcuni casi sono in graduatoria dal concorso 2004, o che comunque hanno anche molto più di tre anni di servizio. Serve una procedura ad hoc, con una quota di posti loro dedicata.” Per Ivana Barbacci della CISL scuola, anche il reclutamento dei docenti precari di Religione Cattolica deve diventare una priorità per il Parlamento, a partire dalla stabilizzazione progressiva dei quasi 15.000 incaricati annuali che svolgono servizio d’insegnamento anche da più di 10 anni. L’intervento normativo è considerato essenziale per dare dignità alla categoria e nello stesso tempo certezza di progettualità alle scuole. “Ci aspettiamo - precisa Barbacci - un segnale politico concreto dopo più di 17 anni dall’ultimo concorso.” Giuseppe Favilla della UIL Scuola RUA prosegue chiarendo che la natura delle procedure straordinarie richieste debba essere non selettiva e che non vi siano ragioni per rimandare oltre, essendo l’immissione in ruolo dei docenti di religione cattolica, a costo zero per lo Stato. Favilla insiste sull’importanza della formazione di una graduatoria a scorrimento fino a totale svuotamento per evitare il ricrearsi di situazioni in futuro analoghe a quella attuale e, in proposito, ricorda l’assoluta priorità da conferire al totale scorrimento della graduatoria del concorso del 2004. Giuseppe Antinolfi Snals Confsal spiega che la situazione degli insegnanti precari di Religione Cattolica è delicata e al tempo stesso complessa e che come tale va trattata e affrontata. La problematica riguarda migliaia di docenti, con relative famiglie, e non può assolutamente essere ignorata. Ci aspettiamo - dichiara Antinolfi - un impegno serio e costruttivo da parte di tutte le forze politiche e da tutti gli organi istituzionali.” Alessandro Manfridi di Anief, conclude ricordando che se in Italia un insegnante su tre vive in regime di precariato, la statistica sulla categoria degli insegnanti di religione presenta una situazione di un docente su due, con colleghi in servizio anche da vent'anni e mai stabilizzati. “Anief - ribadisce Manfridi - chiede che gli idr con 36 mesi di servizio possano essere immessi in ruolo con vari percorsi riservati, come avvenuto per i colleghi di altre classi di concorso" L’azione sindacale condivisa delle OO.SS. porterà alla calendarizzazione di iniziative di mobilitazione finché l’Amministrazione dia una risposta adeguata a migliaia di docenti di religione cattolica. Il manifesto unitario rappresenta un primo momento di protesta condiviso da parte delle organizzazioni sindacali; a esso ne seguiranno ancora altri, affinché non venga meno l’attenzione oppure cali il silenzio sulla condizione dei docenti di religione cattolica incaricati annuali.