Il personale docente non vaccinato della Sicilia potrebbe iniziare l’anno scolastico non in cattedra, ma svolgendo mansioni amministrative: lo si evince dall’ordinanza n. 75 del 7 luglio pubblicata dalla regione Sicilia per adottare “Ulteriori misure per l’emergenza epidemiologica da Covid-19”.
In base a quanto riportato nell’articolo 3 dell’ordinanza, si stabilisce che le Aziende sanitarie provinciali provvedano alla ricognizione aggiornata del numero dei dipendenti dei servizi pubblici essenziali, inclusi nella legge n. 146 del 1990 (tra cui l’istruzione), che non si sono ancora sottoposti alla vaccinazione.
Sempre in base all’ordinanza firmata dal governatore Nello Musumeci, viene previsto che qualora il dipendente si rifiuti di vaccinarsi contro il Covid-19 “il datore di lavoro pubblico provvede, nei modi e termini previsti dal CCNL di categoria, ad individuare per l’interessato una differente assegnazione lavorativa, ove possibile, che non implichi il contatto diretto del lavoratore con l’utenza esterna”.
Marcello Pacifico, a nome del sindacato rappresentativo Anief, manifesta tutta la sua contrarietà: “Anche se il personale dovesse essere tutto vaccinato non vi è alcuna certezza di bloccare i contagi, anzi è probabile che il virus continui a diffondersi. Chiediamo alla regione Sicilia di fare chiarezza sull’obbligo degli insegnanti a sottoporsi alle dosi di vaccino anti Covid e nel caso in cui dovesse permanere l’obbligo, che trapela dall’ordinanza pubblicata in queste ore, Anief impugnerà senz’altro tale decisione. Il problema della sicurezza, lo ribadiamo, era e rimane quello di aumentare gli spazi e ridurre il numero di alunni per classe; invece siamo al paradosso che si vogliono tirare fuori dalle classi gli insegnanti, già di numero inferiore rispetto alle necessità”.
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