Si è svolto il terzo incontro interlocutorio per la definizione del nuovo protocollo sulla sicurezza. Il dottor Jacopo Greco ha illustrato una nuova versione del protocollo in cui però le criticità rilevate restano tutte
Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato Anief, ha affermato che “non si può firmare un accordo a scadenza aperta, la prima bozza è stata presentata il 5 agosto, nel frattempo la norma anticovid si è evoluta e continuerà a evolvere. Il riferimento al green pass espunto dalla bozza è invece presente per norma, e questo per un errore di impostazione del tavolo di lavoro; le norme di riferimento di un protocollo devono essere stabilite e certe, mentre il D.L. 111 è ancora in fase di conversione e parte della maggioranza di governo non è nemmeno d’accordo. Oltre a ciò è all’evidenza che quando una petizione di una associazione di 50mila iscritti raccoglie 100mila firme in una settimana sta raccogliendo anche i favori di quanti appartengono ad altri sindacati e anche di quanti sono già vaccinati”.
Per il sindacato inoltre resta poi il problema dell’accesso ai dati dell’organico, che grande incertezza sta creando tra i dirigenti. Occorrono i dati non in forma aggregata con la metratura delle aule al fine di verificare che in ogni classe siano rispettati i parametri di 1,8m2 del DM del 18 dicembre 1975.
Gianmauro Nonnis, vicepresidente Anief, ha aggiunto che “ulteriori criticità riguardano le mansioni di sanificazione straordinaria affidata al personale ATA, dei locali in uso a enti esterni solo in zona bianca in un periodo in cui alcune regioni stanno per passare in fascia gialla. Ma anche della mancanza dei sanificatori d’aria a cui sopperire con l’apertura degli infissi, procedura improponibile nel periodo invernale o al di sopra dei 600m per tutte le zone d’Italia, nonché l’annoso problema mai debitamente affrontato dei lavoratori fragili”.
L’ingegnere Natale Saccone ha concluso affermando che “oltre alla tutela dei datori di lavoro con il richiamo dell’art 2087 del CC sarebbe opportuno richiamare la tutela dei lavoratori richiamando l’art. 2048 dello stesso codice, la culpa in vigilando non può e non deve essere estesa a delle norme di contenimento di un nemico invisibile e subdolo. Senza questo richiamo in casi di contagio dei discenti i dipendenti dovranno sempre dimostrare di aver fatto tutto il possibile per evitarlo, dimostrazione impossibile da dare”.