Anief ha condiviso insieme alle altre organizzazioni sindacali una richiesta di incontro avente per oggetto la riflessione con proposte per la stabilizzazione straordinaria dei docenti di religione e precari con oltre 36 mesi di servizio. Tale richiesta è stata inoltrata ai Presidenti della VII Commissione di Camera e Senato
Di seguito il testo della missiva
Onorevoli Presidenti,
il tema del lavoro precario nella scuola e le soluzioni idonee a ridurre il fenomeno tornano ripetutamente di attualità nei lavori del nostro Parlamento, che ha approvato negli ultimi anni diversi provvedimenti tutti finalizzati, anche se con contenuti diversi, a consentire procedure straordinarie per l’assunzione in ruolo dei docenti con anni di esperienza professionale alle spalle svolta con contratti di lavoro a tempo determinato. Ciò è avvenuto in più occasioni, ultima quella della legge di conversione del Decreto legge 73/2021 che ha riguardato i docenti di tutti gli ordini di scuola. C’è una categoria di insegnanti, tuttavia, che risulta esclusa da ogni procedura assunzionale che valorizzi l’esperienza maturata. Si tratta degli insegnanti di religione cattolica ai quali da anni si rinnova l’incarico a tempo determinato previsto dall’articolo 3 comma 10 della legge 186/2003, anche su posti vacanti e disponibili dell’organico di cui all’articolo 2 della legge stessa. Dopo il primo concorso riservato ai docenti con 4 anni di servizio negli ultimi dieci bandito nel lontano 2004, non sono state più previste procedure per l’assunzione a tempo indeterminato degli insegnanti di religione cattolica. Migliaia di docenti hanno nel frattempo accumulato anni e anni di contratti di lavoro a tempo determinato senza che sia stata prevista alcuna procedura di stabilizzazione del rapporto di lavoro. È evidente che la procedura di reclutamento approvata in sede di conversione del Decreto Legge 126/2019, convertito, con modificazioni, nella Legge 159/19, all’articolo 1 bis, che si limita a riservare una quota non superiore al 50% dei posti in occasione del prossimo concorso per esami e titoli, finisce per discriminare i docenti precari di religione cattolica rispetto ai colleghi delle altre discipline che, accanto al concorso ordinario hanno potuto contare su procedure riservate e semplificate. Una soluzione che non penalizzi gli insegnanti di religione rispetto agli altri docenti necessita di un intervento normativo su cui vorremmo avere una interlocuzione con tutte le rappresentanze politiche. A tal fine chiediamo disponibilità per un incontro con i componenti delle Commissioni da Voi presiedute, da fissare in occasione della ripresa dei lavori delle Camere.