Presentata ai sindacati la bozza del decreto interministeriale con l’assegnazione dei posti per il nuovo concorso ordinario STEM. Previsti oltre 6mila posti per le discipline scientifico-matematiche che saranno assegnati con la procedura concorsuale “semplificata” dal decreto sostegni-bis dello scorso luglio.
Marcello Pacifico (ANIEF): prima di avviare una nuova procedura si devono assegnare tutti i posti non assegnati per rinuncia agli idonei dello STEM 2021. È chiaro, tuttavia, che lo strumento del concorso, ordinario o straordinario che sia, ha mostrato in questi anni tutta la propria insufficienza per risolvere il problema del precariato e garantire alle scuole i docenti di cui hanno bisogno. Bisogna rilanciare immediatamente il doppio canale e ripristinare i percorsi abilitanti o il sistema non reggerà ancora a lungo.
Il Ministero dell’istruzione ha presentato oggi ai sindacati la bozza del decreto interministeriale (istruzione, economia e finanze, pubblica amministrazione) che quantifica il numero di posti a bando per il nuovo concorso STEM. Per ANIEF hanno partecipato i segretari generali Chiara Cozzetto e Marco Giordano. I posti da assegnare, residuati dalle ultime immissioni in ruolo, sono stati al momento quantificati in 6333 e così suddivisi:
A020 – fisica: 376 posti
A026 – matematica: 1098 posti
A027 – matematica e fisica: 1568 posti
A028 – matematica e scienze: 2075 posti
A041 – scienze e tecnologie informatiche: 1216 posti
Con successivo decreto della direzione generale del MI sarà effettuata la ripartizione regionale e verrà disciplinata la riapertura dei termini della procedura concorsuale, che sarà quella “semplificata” dal decreto sostegni bis e già utilizzata per le classi STEM.
Molto critica la posizione dell’ANIEF, che ha rilevato le numerose incongruenze del provvedimento e ha sollecitato un cambio di rotta radicale in tema di reclutamento. L’incontro, dopo i rilievi prodotti, è stato aggiornato ai prossimi giorni per una verifica sui numeri e per le valutazioni sul coinvolgimento degli idonei.
“Prima di procedere con l’avvio di un nuovo concorso ordinario STEM – dichiara Chiara Cozzetto, segretaria generale ANIEF – si devono assegnare i ruoli cui hanno rinunciato i vincitori a coloro che hanno superato il concorso STEM 2021 collocandosi tra gli idonei, operazione semplicissima da realizzare visto che la graduatoria non prevedeva la valutazione di titoli ma è stata composta in base agli esiti delle prove scritta e orale. Inoltre, prima di assegnare posti alla procedura ordinaria è indispensabile che il ministero fornisca i dati analitici degli esiti delle immissioni in ruolo 2021/22 per capire quanti di questi debbano andare alla nuova procedura straordinaria prevista dal comma 9-bis del D.L 73/2021”.
Sulla stessa linea il commento dell’altro segretario generale ANIEF presente in delegazione, Marco Giordano: “Non è ulteriormente accettabile che ogni anno decine di migliaia di posti autorizzati per le immissioni in ruolo rimangano scoperti mentre crescono a dismisura i contratti a tempo determinato. Si riaprano i percorsi abilitanti presso le università, riconoscendo una volta per tutte il lavoro di chi è precario da tre o più anni, e si rilanci il doppio canale di reclutamento con l’utilizzo delle graduatorie per titoli e servizi ai fini dell’immissione in ruolo. Il merito non passa solo dalla valutazione di una performance concorsuale ma anche dalla valorizzazione dell’esperienza di chi è precario da anni. Per tutti, vincitori di concorso e assunti dalle graduatorie, sarà l’anno di prova a garantire che sia confermato in ruolo solo chi è davvero in grado di fare questo lavoro”.
“Lo strumento del concorso – conclude Marcello Pacifico, presidente ANIEF -, ordinario o straordinario che sia, ha mostrato in questi anni tutta la propria insufficienza per risolvere il problema del precariato e garantire alle scuole i docenti di cui hanno bisogno. Bisogna rilanciare immediatamente il doppio canale e ripristinare i percorsi abilitanti o il sistema non reggerà ancora a lungo. Se vogliamo un sistema scolastico efficace, il primo passo è stabilizzare il personale e limitare il ricorso a contratti TD alla sola sostituzione dei titolari assenti e non – come avviene oggi – per la copertura dei posti vacanti in organico. La riforma del reclutamento è uno degli snodi centrali del PNRR, una riforma che davvero potrà portare la scuola italiana in Europa. Non c’è tempo da perdere, se non si interviene subito si mette a rischio il futuro del Paese”.