Arriva un'altra vittoria piena per l'Anief anche dal Tribunale del Lavoro di Mantova per la tutela dei diritti dei lavoratori con contratti di supplenza breve e saltuaria cui l'Amministrazione non riconosce la Retribuzione Professionale Docenti aggiuntiva nello stipendio o il Compenso Individuale Accessorio per il personale ATA. Ancora possibile aderire ai ricorsi Anief specifici per il personale precario con supplenze brevi per il recupero della Retribuzione Professionale Docenti o del Compenso Individuale Accessorio recuperando mensilmente fino a 257,50 Euro per i docenti (RPD) e fino a 64,50 Euro mensili per il personale ATA (CIA).
Stavolta è il Tribunale del Lavoro di Mantova a dare piena ragione al sindacato Anief e ai suoi legali Walter Miceli, Fabio Ganci, Giovanni Rinaldi e Pasqualino Miraglia che hanno tutelato i diritti di una docente precaria con 2 anni di servizio svolti tramite contratti per “supplenze brevi e saltuarie”. Anche questa nuova sentenza, infatti, evidenzia come - alla luce del principio di non discriminazione di cui alla clausola 4 dell'accordo quadro allegato alla direttiva 1999/70/CE - la previsione che riconosce il diritto alla Retribuzione Professionale Docenti debba essere interpretata nel senso che anche tutti gli assunti a tempo determinato, a prescindere dalle diverse tipologie di incarico previste dalla l. n. 124 del 1999, devono esserne destinatari. La docente tutelata in giudizio dai legali Anief, dunque, è stata palesemente discriminata solo per aver stipulato contratti “brevi” ottenendo una retribuzione inferiore al personale in servizio a tempo indeterminato o a tempo determinato con scadenza al 30 giugno o al 31 agosto. Il Ministero, dunque, è stato condannato “a corrispondere alla ricorrente, a titolo di retribuzione professionale docenti, la somma di € 2.882,88, oltre interessi legali” e alla rifusione delle spese di lite, liquidate in € 1.300, oltre accessori.
L'Anief ricorda che è ancora possibile aderire allo specifico ricorso e che possono partecipare docenti e ATA che negli ultimi cinque anni hanno stipulato contratti brevi e saltuari, anche per le cosiddette "supplenze covid".
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