Si è concluso l’incontro interlocutorio per la presentazione delle norme contenute nel decreto del 7 gennaio 2022. La norma illustrata prevede una articolazione di procedure di intervento sulla didattica in presenza e in remoto differenti a seconda degli ordini di scuola e del numero di contagi. L’Anief, pur apprezzando lo sforzo fatto dall’amministrazione per la riapertura degli istituti, ha espresso piena contrarietà su tutti i punti contenuti in quanto non risolutivi e destinati a essere a tempo determinato come gran parte dei provvedimenti precedenti
In questo momento il mancato distanziamento legato ai tagli sugli organici unitamente al mancato investimento sull’ampliamento dei locali sta producendo una corsa al rimedio emergenziale che nell’immediato è destinato a peggiorare.
Gianmauro Nonnis, vicepresidente Anief, ha affermato che “in questo momento sono in corso screening di massa della popolazione scolastica che l’ANIEF ha chiesto già dal mese di agosto; si apprezza che alla fine sia stato dato ragione al sindacato che anche per questa mancanza non aveva firmato il protocollo del 14 agosto 2021, verosimilmente da questo screening si evidenzierà una platea di casi talmente vasta da dover comunque ricorrere alla DAD, eventualità espressamente prevista anche in modalità mista presenza/DaD per le superiori; tanto vale ricorrere alla didattica a distanza per tutta la popolazione scolastica con una modalità simile a quella che ha consentito l’abbattimento dei contagi lo scorso anno scolastico.
Marcello Pacifico, presidente Anief, ha detto che “a poco serve oggi dichiarare di avere avuto ragione, il danno è evidente, i mancati investimenti in locali e organici, le difficoltà a reperire personale supplente per il personale che pur vaccinato risulta positivo per la mancanza di una seria campagna di reclutamento, con notevoli differenze tra nord e sud del paese per la presenza di pesanti vincoli sulla mobilità che ha svuotato di forza lavoro le scuole del nord, la mancanza di indennità di rischio biologico pur in presenza di obbligo vaccinale e obbligo di servizio in presenza fanno sentire la loro sovrapposizione di effetti. Si è dell’idea che tutte le procedure poste in essere siano purtroppo destinate ad essere sostituite da altre ancora più stringenti”.