Si è appena concluso l’incontro "Aspettando il contratto, Webinar di Approfondimento” sul salario minimo legato all’inflazione con Marco Giordano, segretario generale Anief e presidente regionale Anief Piemonte
Per ascoltare le parole di Marco Giordano, cliccare qui
Il sindacalista, parlando della situazione degli stipendi del personale scolastico oggi in Italia, ha affermato che “purtroppo è tutt’altro che buona. Sono ormai troppi anni che gli stipendi dei docenti, del personale Ata e di quello educativo hanno perso contatto con il costo della vita, con l’inflazione. E la situazione se possibile sta peggiorando: prima il rimbalzo dei prezzi dopo la temporanea flessione causata dalla pandemia e adesso anche la crisi internazionale per la guerra in Ucraina, con i suoi riflessi sul costo dei carburanti e dell’energia, che a cascata investono tutto il resto, ci mettono di fronte a una vera e propria questione salariale per il personale scolastico. In linea generale, va detto che in Italia c’è un problema di livelli stipendiali che investe tutto il pubblico impiego. Il nostro, infatti, è l’unico Paese dell’Unione Europea in cui negli ultimi 30 anni i lavoratori pubblici hanno guadagnato di meno, mentre nel resto dell’UE si sono registrati incrementi medi di circa il 30%”.
Rispetto al confronto con gli stipendi dei colleghi di altri paesi europei, Giordano ha detto che “la differenza c’è e in alcuni casi è addirittura imbarazzante. Nel 2021 il rapporto comparativo Eurydice ha confermato che gli stipendi a inizio carriera di un docente italiano sono mediamente inferiori della metà a quelli riconosciuti in paesi come Danimarca e Germania, addirittura di due terzi rispetto al Lussemburgo, ma ci sono differenze significative anche nei confronti dei colleghi di Spagna, Austria, Svezia e Norvegia. Va poi considerato anche il fattore tempo: in Italia servono 35 anni di carriera per raggiungere il massimo livello stipendiale, che comunque si attesta a circa 40mila euro annui/lordi alla secondaria di secondo grado. Parliamo di un aumento di circa il 50% dopo 35 anni di servizio. Nei Paesi bassi, invece, lo stipendio cresce del 75% dopo appena 15 anni di insegnamento. Sono dati impietosi, che ci dicono che la dimensione europea, almeno se guardiamo agli stipendi nella nostra scuola, sia lontana dalla realtà”.
“Ovviamente docenti, Ata ed educatori non vivono bene questa situazione. Da una parte – ha continuato il segretario generale Anief - c’è la consapevolezza di essere ormai giunti al limite della sopportazione, dall’altra c’è, comprensibilmente, molta disillusione, che investe com’è ovvio che sia anche il giudizio sull’operato delle organizzazioni sindacali. Nel 2018 la Scuola ha già vissuto un rinnovo contrattuale con risorse inadeguate; oggi non fa certo gioire la prospettiva di aumenti medi lordi poco sopra i 100 euro, che alla fine si traducono in poche decine di euro netti in più in busta paga, lontanissimi quindi da quello che serve”.
“Sono ormai alcuni anni che ANIEF, conti alla mano, ha identificato in 300 euro netti al mese l’aumento medio necessario a tirare fuori dalla palude gli stipendi del personale scolastico. Negli scorsi mesi anche i sindacati maggiormente rappresentativi nel comparto hanno iniziato a convergere su questa cifra di riferimento, segno che i nostri conti erano esatti. Ma come abbiamo già detto, però, visto che si parla di inflazione, la situazione è in divenire e rischia ahinoi di peggiorare se non si mettono subito degli argini alla deriva di perdita di potere d’acquisto. È necessario, quindi, un intervento già a partire da questo rinnovo contrattuale, nella consapevolezza comunque che stiamo giocando una partita duplice: il contratto che ci avviamo – si spera presto e bene – a concludere andrà a coprire il triennio 2019/2021, quindi possiamo dire che nascerà già superato. Tuttavia questo vuol dire anche che si deve immediatamente iniziare a ragionare sul contratto 2022/2024. Ecco, la fatidica soglia di 300 euro deve quanto meno essere garantita dal combinato disposto dei due contratti – quello di cui si discute adesso e il prossimo – ma a condizione che sia chiaro a tutte le parti al tavolo che si tratta di un appuntamento cui non sarà possibile mancare”, ha concluso Marco Giordano.
I DETTAGLI DEL WEBINAR DI VENERDÌ 11 MARZO
Data: venerdì 11 marzo 2022, 18.30-19.
Titolo: “Indennità di rischio biologico”
Relatore: Gian Mauro Nonnis, segretario generale Anief
Link per registrarsi: https://register.gotowebinar.com/register/4174084110592370701