Il Governo propone di assumere 70 mila precari entro il 2024 con un percorso a ostacoli che prevede un concorso pubblico, una prova di abilitazione e l’integrazione di 30 CFU. Per i laureati previsto inoltre un corso di formazione iniziale. Anief boccia la proposta, troppo penalizzante per i giovani, discriminante per i supplenti presenti nelle graduatorie per le supplenze e non risolutiva dell’emergenza del precariato.
Il Ministro ha presentato oggi, nell’incontro con i sindacati, la visione del nuovo sistema di formazione iniziale e reclutamento incentrata, sostiene il Ministro, sui parametri dell’autonomia e dell’innovazione didattica. Il nuovo sistema prenderà forma in un decreto di prossima stesura. Si torna a rivalutare l’importanza del tirocinio svolto in classe con un tutor che potrà svolgersi anche contemponeamente al percorso di laurea. Per i precari con tre anni di servizio la proposta prevede il superamento di un concorso pubblico, l’acquisizione di 30 CFU da svolgersi in contemporanea a un contratto part time e infine il superamento di una prova di abilitazione. Nel regime transitorio ipotizzato dal Ministro fino al 2024 sono comunque presenti un corso di formazione iniziale, un concorso pubblico, l’acquisizione 30 CFU e una prova di abilitazione. Per i laureati si aggiunge un corso di formazione iniziale.
L’Anief boccia decisamente la proposta, troppi ostacoli all’assunzione di chi, già da anni, presta servizio nella scuola pubblica. La proposta del ministro è addirittura peggiorativa dell’attuale situazione in cui i precari possono già accedere ai pubblici concorsi: nel nuovo sistema dovranno acquisire ulteriori CFU mancanti e superare una prova di abilitazione.
“C’è bisogno di una diversa gestione della fase transitoria – commenta Pacifico - e di un sistema a regime più snello per svecchiare la classe docente. I posti attualmente scoperti sono più di 165 mila sui 211 mila contratti censiti a dicembre. Bisogna attivare il doppio canale di reclutamento dalle GPS per evitare che nel prossimo biennio ci siano ancora migliaia di cattedre autorizzate per le immissioni in ruolo ma che restano scoperte per la realizzazione fallimentare dei concorsi, che con un sistema nozionistico e prove a crocette hanno impedito l’ingresso dei precari nel mondo della scuola.” Ricordiamo che, da sempre, Anief dialoga con l’Europa ed è pronta a denunciare la riforma alle istituzioni comunitarie che hanno accolto il nostro reclamo collettivo presentato per i precari della scuola italiana all’indomani dell’approvazione della precedente riforma Buona Scuola del 2015.
Rispetto alle ulteriori proposte del Ministro per incentivare in qualche modo la formazione continua dei docenti, Anief puntualizza che occorre utilizzare gli strumenti contrattuali e non quelli di un decreto legge per discutere della carriera dei docenti.
“Dobbiamo riaprire al più presto la contrattazione, il nostro contratto è scaduto da 40 mesi, prima di parlar di incentivi dobbiamo allineare gli stipendi all’inflazione – conclude Pacifico – ma non è questo il tema dell’incontro odierno. Sul reclutamento invieremo le nostre proposte per l’attivazione di un sistema di assunzioni dalla prima e seconda fascia della GPS che preveda l’acquisizione dell’abilitazione per chi ne è sprovvisto in modo da garantire, oltre alla copertura delle cattedre vacanti, anche l’ingresso nella PA per merito.”