Mancano 50 mila posti all'appello secondo Marcello Pacifico – presidente nazionale Anief - intervenuto al tavolo di confronto con il direttore generale, oltre alla conferma di altri 20 mila posti in organico Covid. E i sindacati ottengono il rinvio del confronto con il capo dipartimento per le questioni politiche aperte. Il Governo deve impegnarsi a investire e a non tagliare. Anief pronta a impugnare il decreto ministeriale se non si recuperano i posti utilizzati per la stabilizzazione del personale dei servizi esternalizzati. Nuovo incontro giovedì 22, ore 15.
Il 14 febbraio 2022. Anief ha partecipato all’incontro con il Ministero dell’Istruzione in merito alla bozza del decreto sugli organici del personale ATA con una delegazione dal coordinatore e da un membro della Consulta nazionale Anief Ata, Cristina DALPINO e Giovani D’ERRICO, e dal presidente nazionale Marcello PACIFICO.
Dai prospetti esaminati la pianta organica subirà a livello nazionale una riduzione di 47 unità rispetto a quella dell’a.s. 2021/2022. Rispetto all’a.s. 2011/2012, però, la diminuzione è di 2.596 unità, senza contare le 50.000 unità ridotte dalla legge 133/2008, un quarto della pianta organica del 2007/2008. Tuttavia nessun accenno è stato fatto rispetto ai 50 mila posti a contratto determinato utilizzato e agli altri 50 mila mai attivati.
“È vero e lo confermiamo che c’è un decremento di alunni nelle scuole italiane, ma rimproveriamo al Ministero l’aver effettuato in questi 12 anni tagli indiscriminati sull’organico del personale ATA", spiega Cristina Dalpino.
Abbiamo rimproverato al Ministero dell’Istruzione il non aver dato applicazione al contratto nazionale di lavoro del 1999 che ha istituito (solo sulla carta) i profili professionale del Coordinatore Amministrativo/Tecnico e del Collaboratore scolastico A.S. (addetto ai servizi), ricorda Marcello Pacifico. Sono 20 mila posti aggiuntivi che potrebbero finalmente essere resi disponibili con l'introduzione del contratto dei rispettivi livelli professionali e la copertura finanziaria da parte del MEF. Come ANIEF abbiamo fatto notare che nelle tabelle consegnate non compare un organico di queste figure professionali, che continuano ad essere ignorate e a non essere attuate. Il dubbio reale è che non ci sia la volontà politica di istituire queste figure professionali.
Il personale ATA deve essere valorizzato.
Abbiamo ribadito che così come avviene per il personale docente bisogna prevedere un organico potenziato anche per il personale ATA (ricordiamolo il personale ATA è stato pressochè dimenticato dalla legge 107/2015), recuperando così i 20 mila posti almeno in organico Covid attualmente utilizzati.
Anief chiede di rivedere le tabelle degli organici. Proponiamo che le tabelle vengano riviste in base alla realtà delle scuole ossia tenendo conto del:
- numero alunni;
- numero dei plessi e dei relativi PIANI (per la sorveglianza un plesso scolastico articolato con più piani è necessaria la presenza di maggiori unità di personale);
- numero alunni disabili;
- numero di personale con riduzione della capacità lavorative certificate
Per quanto riguarda gli assistenti tecnici, bisogna coprire l'attuale rapporto di 0.25 per istituto comprensivo al rapporto uno ad uno così da avere nuovi 4 mila posti in organico. Per la scuola secondaria, bisogna rivedere i criteri di determinazione a livello nazionale e non più locale affidati alla Giunta Esecutiva degli Istituti Professionali e Tecnici.
Abbiamo fatto presente e richiesto formalmente che per il personale ATA siano effettuate le assunzioni su tutti i posti disponibili, stigmatizzando per l’appunto l’operato del Ministero che ha da anni opera effettuando in media solo il 50% delle assunzioni annuali sui posti effettivamente vacanti in organico di diritto, con gravi differenze tra una regione e l'altra. Sono 50 mila i posti attualmente vacanti e disponibili al 31 dicembre scorso.
Il lavoro delle segreterie scolastiche e di tutto il personale ATA è aumentato a dismisura e riteniamo necessaria una riforma totale delle figure professionali con una giusta riqualificazione degli operatori e una rivisitazione sulle attuali norme (ormai obsolete, risalenti al secolo scorso) sulle assunzioni del personale.