La pronuncia su un ricorso promosso dai legali di Anief dopo che nel mese scorso il Tribunale di Torino e il Consiglio di Stato si sono espressi già favorevolmente per i precari. Anief ha annunciato da tempo ricorsi per 5 mila ricorrenti ma sono in 200 mila che possono richiedere fino a 2.500 euro di bonus per gli ultimi cinque anni, mezzo miliardo per le casse dello Stato. Le adesioni sono ancora aperte al seguente link. Per il sindacato guidato da Marcello Pacifico ora la nuova frontiera è la retribuzione della formazione in orario di servizio non garantita in Italia e riconosciuta in Europa. La sentenza arriva proprio quanto il Governo ha deciso di ridurre il fondo nella riforma PNRR della carta docenti per finanziaria il modello di formazione incentivata in discussione in Parlamento.
La VI sezione della Corte di Giustizia Europea, con ordinanza del 18 maggio 2022, ha riconosciuto anche a tutti i docenti precari della scuola il diritto ad usufruire del beneficio economico di euro 500,00 annui, tramite la cd. “Carta elettronica” per l’aggiornamento e la formazione del personale docente.
La remissione alla CGUE dell’Unione Europea era stata effettuata dalla Dott. Patrizia BAICI del Tribunale di Vercelli, in una causa patrocinata per conto del sindacato Anief dagli avvocati Giovanni Rinaldi, Nicola Zampieri, Fabio Ganci e Walter Miceli, i quali avevano evidenziato il contrasto con il divieto di discriminazione tra i docenti a tempo determinato e i docenti di ruolo del mancato riconoscimento della somma di € 500 annui, poiché destinata all’acquisto di beni e servizi formativi, finalizzati allo sviluppo delle competenze professionali del personale docente.
Come noto infatti tutti gli insegnanti, sia quelli di ruolo che quelli assunti con contratti a termine, svolgono le stesse mansioni e hanno pertanto l’obbligo di svolgere la medesima attività di aggiornamento e di qualificazione delle proprie competenze professionali.
La CGUE ha confermato la tesi difensiva degli avvocati dell’Anief, statuendo che l’art. 1 della Legge n. 107/2015, nella parte in cui limita l’erogazione di tale bonus al solo personale di ruolo, contrasta con il divieto di discriminazione, consacrato nella clausola 4 dell’accordo quadro europeo sul lavoro a tempo determinato.
Secondo Marcello Pacifico, presidente dell’associazione sindacale Anief che ha promosso il ricorso, “si tratta di una sentenza storica non solo in quanto completa il delicato percorso di parificazione del personale precario al personale di ruolo, ma anche perché ribadisce l’equipollenza e pari dignità del servizio espletato dai docenti a tempo determinato, consentendo a tutti i docenti precari o ex precari di recuperare dal Ministero dell’Istruzione le somme non versate”.